“Dopo il Decreto Dignità e il Reddito di Cittadinanza, due capolavori di incompetenza e bassa propaganda elettorale, il governo annuncia l’impegno ad introdurre il salario minimo, spacciandolo per l’ennesima norma salvifica in materia di lavoro. A dispetto del grido di allarme di sindacati dei lavoratori e datoriali, Di Maio insiste nel presentare il salario minimo come forma di tutela dei lavoratori più deboli. Tutto ciò in spregio al sistema di contrattazione nazionale e dimenticando, per l’ennesima volta, che per tutelare e far crescere il lavoro vanno ascoltate e sostenute le ragioni di chi il lavoro lo crea, le imprese. Il vicepremier, ministro del lavoro e dello sviluppo, si studi gli effetti nefasti delle leggi che ha promosso in questo primo scorcio di legislatura, e abbia la dignità e l’umiltà di ascoltare le ragioni del dissenso: non c’è in gioco solo la sua credibilità, ma il futuro del nostro Paese e di milioni di famiglie. Basta becera campagna elettorale, basta annunci ad effetto sulla pelle degli italiani. Siamo in emergenza e non c’è più spazio per narrazioni di fantasia”. Ad affermarlo il deputato di Forza Italia Paolo Zangrillo, capogruppo in Commissione Lavoro a Montecitorio e coordinatore regionale degli azzurri in Piemonte.
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