«Evitare ripercussioni gravissime per il tessuto economico e occupazionale della Toscana puntando alla reintroduzione degli incentivi per la geotermia tra le fonti di energia rinnovabile da cui il governo l’ha esclusa con decreto Fer1»: era marzo 2019 quando il Capogruppo di Forza Italia Consiglio regionale Maurizio Marchetti chiedeva alla Regione di attivarsi in questo senso per scongiurare proprio quanto accaduto nelle ultime ore, ovvero il ritiro degli investimenti toscani da parte di Enel Green Power.
«La notizia del ritiro del progetto per Piancastagnaio – commenta Marchetti – è un duro colpo che avrà ripercussioni pesanti sull’economia di settore, di territorio e sull’occupazione di tante famiglie. Tutto per colpa del governo che ha escluso dal decreto ministeriale Fer1 la geotermia dalle fonti di energia rinnovabile incentivabili. E’ un dispetto proprio alla Toscana, e noi avevamo chiesto alla Regione di rappresentare questa specificità, dal momento che noi siamo la sola regione dove si svolge attività geotermoelettrica ad alta entalpia tra le province di Pisa, Grosseto e Siena. Sedici i comuni geotermici, ovvero Abbadia San Salvatore, Arcidosso, Castel del Piano, Castelnuovo Val di Cecina, Chiusdino, Montecatini Val di Cecina, Monterotondo Marittimo, Monteverdi Marittimo, Montieri, Piancastagnaio, Pomarance, Radicofani, Radicondoli, Roccalbegna, San Casciano dei Bagni, Santa Fiora».
Purtroppo a quanto pare oggi si realizza lo scenario peggiore: il decreto è stato firmato senza geotermia, e gli investitori fanno un passo indietro: «Non nascondiamo la nostra preoccupazione – sottolinea Marchetti – poiché in questi territori l’attività è uno scrigno occupazionale importante che assicura circa 3mila posti di lavoro, tra diretti e indotto. Le prospettive sono di creazione di due occupati in più ogni nuovo MegaWatt di potenza installata grazie ai nuovi impianti. Proprio quelli che adesso a Piancastagnaio vengono meno. A ciò si aggiunge il sistema dei servizi turistici collegato alla fonte energetica e, complessivamente, una serie di riflessi virtuosi per le aree interessate».
Per capire l’ordine di grandezza delle cose, nel suo atto del marzo scorso Marchetti aveva fatto ricorso ai dati dell’Osservatorio economico dell’Alta Val di Cecina: «La remunerazione dell’incentivo statale in Toscana – scriveva quindi nell’interrogazione – arriva a circa 100 milioni l’anno e la ricaduta in termini di royalties per il territorio è circa il 30%». La legge regionale 7/2019, ricordava ancora Marchetti, «ha lo scopo di coniugare gli aspetti ambientali dello sfruttamento della risorsa allo sviluppo economico ed occupazionale dei territori interessati dall’attività geotermica. L’area grossetana – si evidenziava nell’atto – producendo oltre il 30% dell’energia elettrica di tutta la regione, ovvero oltre il 3% di quella nazionale, consente al territorio di beneficiare di investimenti in opere pubbliche in favore della collettività». In generale, poi: «I Comuni geotermici toscani siano stati premiati a Bruxelles per l’impegno sul fronte della geotermia e insigniti, in Trentino, del premio Klimaenergy Award per le politiche energetiche».
«Vedere che tutto questo patrimonio espresso e potenziale oggi scivola via come sabbia tra le dita per colpa del governo mi fa rabbia», conclude Marchetti.
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