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SCAPECCHI (FORZA ITALIA): IL PD IN REGIONE SI DIVIDE SUL TRASPORTO PUBBLICO, INTANTO AD AREZZO BRUCIA UN AUTOBUS

Mentre ad Arezzo prende fuoco un autobus in pieno centro, in orario di punta, con tutti i rischi del caso prontamente sventati dai Vigili del Fuoco e dalle Forze dell’Ordine che desidero ringraziare per aver gestito al meglio una situazione oggettivamente difficile, in Regione Toscana va in onda l’ennesima puntata della telenovela, tutta made in PD, sul trasporto pubblico locale.

Infatti, alla proposta di Mobit (l’attuale gestore del servizio) di procedere al passaggio di consegne con Autolinee Toscane (il vincitore francese del bando regionale) non con il trasferimento di asset ma con la cessione di rami d’azienda, il Presidente della Regione Enrico Rossi risponde picche mentre il candidato Governatore Eugenio Giani ritiene la proposta un percorso condivisibile. E’ lecito domandarsi se siamo di fronte ad uno scherzo di inizio carnevale o se, coerentemente con quanto ormai gli aretini ed i toscani sono abituati a subire, le lotte interne al PD hanno la meglio sulla qualità dei servizi.

Il buon senso avrebbe voluto che la risposta a questa proposta fosse pervenuta non da politici che, per difendere il proprio operato o per scopi elettorali, forniscono risposte affrettate, ma da chi conosce a livello tecnico giuridico la materia, alquanto complessa e intricata, visti gli innumerevoli ricorsi che ancora oggi non hanno esaurito il loro iter nelle aule di tribunale.

Il problema del trasferimento degli asset tra i due gestori è un tema delicatissimo, che coinvolge anche i tanti comuni proprietari di quote azionarie delle società facenti parti di Mobit, come Tiemme: si parla per i soli immobili di una differenza di 30 milioni tra la richiesta e l’offerta dei francesi, e sono soldi dei cittadini!

Per questo mi auguro che la proposta di Mobit sia tenuta in dovuta considerazione, anche alla luce del fatto che, se conforme alla legge e al bando regionale, potrebbe mettere fine al lungo contenzioso legale che, è bene ricordare, non è affatto terminato ma si prolungherà ben oltre la data del 26 febbraio, data fissata per l’ultima udienza al Tar: sono stati annunciati infatti nuovi ricorsi al Consiglio di Stato.

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