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LUCCA: Coronavirus, tampone impossibile per malata della Lucchesia; Marchetti (FI): «Al call center della Regione la indirizzano a… Harry Potter! Follia!»

«Dal 13 marzo col febbrone, contatti di lavoro positivi al coronavirus ma lei che dal 23 tenta di ottenere il tampone attraverso il medico di famiglia si sente rispondere dal numero di riferimento regionale che “servirebbe Harry Potter che con la bacchetta magica trovi tamponi e reagenti”. Siamo alla follia»: la denuncia arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, contattato direttamente dalla signora in questione.

«Questa signora lavora in uno studio dentistico e accusa febbre alta, tosse e raffreddore dal 13 marzo. Il suo datore di lavoro è risultato positivo al coronavirus covid-19 il 26 di marzo. Una paziente trattata dallo studio in data 11 marzo è risultata positiva il 2 aprile. Ebbene: questa signora chiede, attraverso il suo medico di base, che le venga effettuato un tampone diagnostico fin dal 23 di marzo, quando si è resa conto che non guariva – racconta Marchetti – ma da allora non si è fatto vivo nessuno. Ha ripetuto l’iter il 26 marzo: niente. Il 2 aprile è stata contattata ma non si è presentato nessuno. Ha tentato di rivolgersi a un laboratorio privato, ma stante il nuovo divieto imposto dal governatore Enrico Rossi la hanno dovuta respingere indirizzandola al numero regionale 055.4383273».

E qui il carico da undici: «Non solo le hanno risposto che il tampone non si rendeva necessario adducendo come spiegazione – riferisce Marchetti – l’incertezza circa lo sviluppo di anticorpi. Alla domanda della signora su come avrebbe potuto ottenere una diagnosi, l’operatore ha risposto che “avrebbe sentito Harry Potter se con la sua bacchetta magica fosse in grado di reperire tamponi e reagenti”».

La malata, ancora con sintomi dopo tutto questo tempo, è montata su tutte le furie e si è rivolta a Marchetti, il quale non è meno arrabbiato: «Qui siamo alla follia, con la Regione che invoca maghetti della letteratura a fronte di una persona malata ormai da settimane a cui si nega, di fatto, la diagnosi. Poi come si può pretendere – sbotta Marchetti – che ci si fidi dei dati sui contagi che vengono forniti quotidianamente, se i test non vengono effettuati? Quali curve possono elaborare gli statistici in assenza di campione certo? Ma soprattutto: un toscano che si ammala a che Santo deve votarsi per ottenere la diagnosi? Signor Rossi tocca a lei, non a Harry Potter…»

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