Siamo la terza economia europea e al contempo i più colpiti dal contagio. La politica deve trovare equilibrio e sintesi per ripartire e in fretta. Questi mesi hanno insegnato che sotto il profilo sanitario occorrono prevenzione (innalzare le difese immunitarie, diminuendo il rischio di contagio con uso di mascherine, guanti), e linee di intervento più attente, accompagnando nei casi più gravi, l’ossigenazione a efficaci terapie farmacologiche. Sul fronte imprenditoriale, invece, appare velleitario, se non criminale, ciò che sta programmando il governo “Casalino”: indebitare le imprese, per pagare le tasse, peraltro infittendo ancora di più la giungla burocratica. Occorre, al contrario, una immediata immissione di liquidità a fondo perduto nel sistema imprenditoriale, come hanno fatto gli Stati Uniti, la Germania, la Francia e tanti illuminati Paesi. Insomma, una doverosa boccata d’ossigeno, in un momento in cui sono diagnosticabili i primi evidenti segnali di cianosi dell’economia nazionale. Siamo così al cospetto di politiche antindustiali, gestite prima che dai giallo-rossi della decrescita felice, delle tasse e della burocrazia, dal fanatismo ideologico dei Landini e dei vessilliferi della parte più oltranzista e fanatica del sindacato. La Cgil si è arroccata su posizioni novecentesche, di forte conflittualità. Non si rendono conto che, se non riparte l’economia, la produzione, il reddito e l’occupazione – c’è una previsione del pil al terzo trimestre del meno 16-18% – lo Stato non incasserà nemmeno i soldi per pagare i servizi essenziali e la cassa integrazione, quella in deroga compresa. La decrescita felice è un irresponsabile fallimento. Per mantenere competitività internazionale, cambiamo strada e con essa governo”.
Sen. Avv. Enrico Aimi – Capogruppo per Forza Italia in Commissione Affari Esteri
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