«Responsabili sì, tonti no: dal Consiglio regionale è stata licenziata all’unanimità una risoluzione unitaria che anche Forza Italia ha responsabilmente sottoscritto che dà mandato alla giunta toscana di operare per arrivare lunedì 18 alla pienezza della ‘fase2’, ma il governatore Rossi di fatto è intervenuto per dirci che lunedì non si apre circa quasi praticamente niente. Così si affossa l’economia toscana, la stessa a cui in oltre 50 ordinanze la Regione ha destinato zero euro piazzandosi ultima in Italia per finanziamenti di sostegno in emergenza coronavirus. Così non va bene. Bisogna concordare le regole e poi ripartire in tutta sicurezza»: parola del Gruppo di Forza Italia in Consiglio regionale che – con il Capogruppo Maurizio Marchetti e il Consigliere Marco Stella, Vicepresidente dell’Assemblea toscana – mette i puntini sulle ‘i’ della risoluzione unitaria approvata poco fa durante i lavori d’aula in videoconferenza.
«Abbiamo sempre sostenuto la necessità per gli operatori economici di poter ripartire in perfetta sicurezza, con monitoraggio costante degli andamenti della curva dei contagi. Condividiamo che le regole e i protocolli siano elaborati di concerto con le associazioni dei vari settori. E però poi se il parlamento della Toscana dà un mandato e il governatore Rossi mezz’ora dopo si presenta a dirci che tutto sommato non pensa di recepirlo, allora è inutile», incalzano Marchetti e Stella.
«Noi abbiamo responsabilmente firmato e votato la risoluzione per una fase 2 piena e sicura con inizio lunedì 18 – proseguono – e ora vigileremo affinché sia applicata a ore, non a tempo e comodo della politica, mentre ci sono lavoratori e imprese che tempo non ne hanno più e comodi non sono di certo. E’ una questione di rispetto verso la grande attesa e voglia di ripartire dei cittadini toscani e di tanti operatori e di rispetto istituzionale verso l’Assemblea toscana. Con tutte le regole del caso, e alla giunta spetta di individuare le più efficaci rispetto allo stato sanitario ed epidemiologico del nostro territorio e di farle applicare. Ma di rimettere le persone in condizione di lavorare».
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