«Sulle riaperture e la gestione della fase 2 in Toscana ieri il Pd e le sinistre di maggioranza hanno dato uno spettacolo indecente. La Toscana è di fatto senza guida, con l’Aula che approva una cosa e Rossi che ne fa un’altra. Ma mentre il Pd litiga, i toscani battono le testate nel muro. Soli e senza potersi guadagnare il pane»: è amara l’analisi del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti all’indomani di un pomeriggio davvero complicato per la definizione della fase 2 in salsa toscana.
«Ore 14.30 ardite: il Consiglio regionale si appresta ad aprirsi con all’ordine del giorno una risoluzione unitaria in cui tutta l’Assemblea, Pd in testa naturalmente essendo il principale azionista di maggioranza, impegna la giunta a riaprire le attività il 18, in perfetta sicurezza con protocolli da stilare insieme alle categorie. Altre Regioni, anche a guida Pd come l’Emilia Romagna, l’hanno fatto. E quindi si può. Ore 15 e spiccioli: il governatore Rossi compare in televisione dicendosi assai perplesso sulla questione e non proferisce data. Ore 16 circa: il Consiglio regionale unanime vota la risoluzione unitaria che dà mandato alla Regione di fare quanto necessario per consentire alle attività di riaprire lunedì 18, con tutti i crismi della sicurezza. Ore quasi 17: Rossi si collega all’Aula riunita in videoconferenza e si dice preoccupato per la crescita dei contagi, senza pronunciare date ma di fatto rigettando l’indirizzo del parlamento toscano».
Il seguito è retroscena: «Ovvia conclusione: la maggioranza Pd e Iv non conta nulla, la Toscana è in mano a Rossi uomo solo al comando. Fingendo che vada pure bene, e così non è – sottolinea Marchetti – è evidente che questo uomo solo al comando non sa che fare e si ritrova a fine giornata a sparare date forse buone da giocarsi al lotto e in cui per altro si dimentica quello che per lui si vede è un lieve dettaglio: i balneari, segmento d’economia regionale che tiene in vita tutto l’asse costiero e al cui intorno si muove l’indotto del turismo del mare. Addì 15 di maggio, questi imprenditori non sanno come piantare gli ombrelloni. Il punto è che Rossi, che non ha da esser rieletto, ragiona su una curva dei contagi che probabilmente sa essere sottostimata dalla quantità di tamponi effettuati ma non ancora processati per mancanza di reagenti, con gente che sta affrontando il covid tra le pareti domestiche in perfetto anonimato rispetto alla contabilità ufficiale, quindi senza tracciamento contatti e tutto il resto. A Lucca le cronache ci propongono quotidianamente casi di tamponi-lumaca. Per contro, il candidato Pd alle regionali Eugenio Giani è a caccia di voti e allora solletica la pancia delle categorie insieme ai consiglieri soprattutto di prima legislatura che hanno da farsi confermare».
«Non sono queste le logiche con cui governare un’emergenza di questa portata. Il bene comune è altrove da queste beghe di pochi. Mentre il Pd litiga, i toscani battono le testate nel muro perché non hanno di che far la spesa – incalza Marchetti – e sono rimasti ostaggio di uno Stato in cui prevale l’impostazione assistenziale veterocomunista dimostratasi incapace di raggiungere il bisogno, e di una Regione ultima per finanziamenti d’emergenza con 2,9 euro pro capite e addirittura 0, lo scrivo in lettere ‘zero’ euro per le imprese. Così la Toscana muore di stenti. Torni al centro la persona. Torni al centro il lavoro. Questo dice la nostra Costituzione. La sinistra toscana deve essersela dimenticata».
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