«Compagno Liano Picchi: ma che dice??? Sull’impiantistica di chiusura del ciclo dei rifiuti, che per quanto circolare darà sempre in esito una frazione da smaltire, dimostra di non conoscere l’ABC. No problem, glielo rispiego perché senza un impianto il polo cartario lucchese, tra i primi in Europa e che occupa migliaia di persone nei nostri territori, rischia una lenta morte per asfissia. Poi allora non ci si spertichi in lodi né si calchino le passerelle per tagliare i nastri, se non si è capaci di dare anche soluzioni»: lo afferma il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, che ribatte alle dichiarazioni espresse dal signor Liano Picchi a nome del Coordinamento dei comitati ambientali della Piana di Lucca.
«Il primo dato che preciso mi riguarda direttamente: i miei mandati da sindaco di Altopascio sono 4, non 3. Il secondo ne discende: la pianificazione della geografia impiantistica spetta alla Regione, non al fai da te dei sindaci. Il terzo: l’impianto di compostaggio che doveva nascere a Capannori – sottolinea Marchetti – è stato il sindaco Menesini a sbandierarlo come fosse ‘cosa sua’, salvo poi lasciarselo scippare dopo anni di millantata competenza. Il quarto: compostaggio uguale rifiuti organici urbani, alle industrie del cartario serve invece un impianto di smaltimento degli scarti di lavorazione, il cosiddetto pulper. E non chiedono altro che la Regione indichi dove possono farlo, poi ci pensano da soli. Si tratta di un impianto da realizzare con tutti i crismi normativi, non necessariamente di immediata prossimità ma anche in altra provincia… si parla di ottica regionale, qui… il povero Compagno Picchi nel migrare dall’uno all’altro lato dell’arcata ideologica, da capogruppo di An a Capannori a nume tutelare dei solletici veteroambientalisti della sinistra estrema, deve aver perso qualche ancoraggio cognitivo. Ora abbiamo recuperato, spero».
Dunque Marchetti rilancia: «Bisogna dare una risposta agli imprenditori che attualmente si trovano a dover trasferire il loro scarto di lavorazione in discarica o all’estero, con costi esorbitanti per il territorio e guadagni per i paesi che valorizzano quel materiale. Il tempo dei tavoli è esaurito, bisogna andare avanti e individuare una localizzazione. Noi lo faremo senz’altro. Per il cartario come per il tessile pratese e per le altre filiere che da anni chiedono sbocchi di smaltimento. Lo faremo imponendo che si attinga alle tecnologie più all’avanguardia e con attente valutazioni di impatto a livello di emissioni in atmosfera e tutto quant’altro necessario. Ma lo faremo, questo è certo. E Picchi no: lo faremo per aprire al territorio la porta della crescita e dello sviluppo, non per avere contributi alla campagna elettorale. Quella dura un mese. Vorrei evitare che la vitalità del nostro polo cartario, in assenza di risposte concrete e celeri, dovesse avere pari durata».
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