Oggi é la Giornata Mondiale del Diabete, creata nel 1991 dall’IDF-International Diabetes Federation e dall’Organizzazione mondiale della sanità, per far trasparire la crescente preoccupazione nei confronti della minaccia per la salute rappresentata da questa malattia che oggi coinvolge quasi 500 milioni di persone nel mondo. In Italia, molti monumenti ed edifici pubblici saranno illuminati di blu per questa occasione, per sensibilizzare tutti i cittadini rispetto a questa malattia e per puntare un faro sulla necessità e sull’urgenza, creata dalla pandemia, di garantire la continuità assistenziale ai pazienti. Le persone con diabete, dai più giovani nelle scuole ai più anziani che talvolta affrontano vivendo soli tale patologia, sono malati cronici cui vanno assicurati trattamenti e cure: in questi mesi, lo sforzo delle Società scientifiche e delle Associazioni nell’assistere le persone affette da diabete attraverso metodi e strumenti innovativi é stato fondamentale, ma il nostro servizio sanitario nazionale non deve interrompere l’assistenza.
Per questa ragione, in qualità di Presidente dell’Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete”, ho inviato oggi stesso a tutti i Rappresentanti istituzionali del nostro Paese una lettera per sollecitare la ripresa della continuità assistenziale e per richiamare i principi adottati, oltre dieci anni fa, con il Manifesto dei diritti delle persone con diabete oggi rivisto e aggiornato nei suoi contenuti rispetto agli impatti del coronavirus. Fra le proposte, l’istituzione del triage della fragilità, ovvero identificare i pazienti per cui è necessaria la visita in presenza di diabetologia e quelli che possono essere raggiunti da remoto per evitare sovraffollamenti negli ambulatori, razionalizzando quindi il percorso di accesso in base alle effettive necessità assistenziali. Mi auguro che l’appello possa essere ascoltato e accolto nella sua immediata urgenza per evitare ulteriori conseguenze negative sul controllo della malattia e sul rischio di insorgenza di complicazioni, rendendo così le persone con diabete meno vulnerabili anche alle conseguenze indirette del Covid-19.
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