Il pensionamento di molti medici di famiglia sta mettendo in crisi l’assessorato della sanità della nostra regione. Trovare colleghi disponibili a ricoprire i ruoli lasciati vacanti a causa dei pensionamenti sarà molto difficile. In Toscana, sono stati individuati circa 200 posti in zone carenti, ma attualmente solo 50 sono stati assegnati, e la maggior parte di essi si trova nelle città o nei comuni con una popolazione superiore a 10.000 pazienti. Purtroppo, molte aree periferiche della nostra regione includono comuni con frazioni costituite da meno di mille abitanti e spesso distanti tra loro anche per una decina di chilometri. Sono luoghi difficili da raggiungere e spesso privi di ambulatori adeguati secondo la legge.
Ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza sanitaria, e c’è il rischio concreto che molti cittadini non riescano a trovare un medico di famiglia. Sappiamo quanto sia importante la figura del medico di famiglia all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, sia per la gestione delle malattie croniche, sia per le campagne di vaccinazione, i primi interventi di pronto soccorso e la fiducia che i cittadini ripongono in questi professionisti, specialmente nelle aree periferiche.
È necessario riorganizzare almeno nelle zone a rischio di carenza di questi professionisti e sviluppare un nuovo modello di assistenza primaria:
1. Favorire e incentivare l’associazionismo tra medici, anche tra i comuni limitrofi, aumentando il numero di Case della Salute in modo che possano diventare punti di riferimento per i pazienti e luoghi di primo soccorso. Queste Case della Salute potranno comunicare direttamente con i Pronti Soccorso vicini e facilitare il loro lavoro. All’interno di queste strutture, ci dovrebbero essere colleghi in grado di svolgere attività professionali aggiuntive, come ecografie, elettrocardiogrammi, spirometrie, la gestione di malattie croniche come il diabete, bronchiti croniche e scompenso, centri di prevenzione come i centri antifumo, nonché la presenza di assistenti sociali e di un Centro Unico di Prenotazione (CUP).
2. Aumentare il numero di pazienti assistiti, passando da 1500 a 1800 scelte, con la libertà per il professionista di decidere se essere coadiuvato nel lavoro da figure professionali come infermieri e segretarie di studio, anziché imporre l’obbligo di queste due figure, come previsto dalla DR 353. Questo obbligo non ha spinto i medici a incrementare il numero di pazienti, specialmente in aree periferiche, dove potrebbero avere più di uno studio nelle diverse frazioni e trovare difficile reperire personale che possa seguirli durante gli spostamenti.
Un altro aspetto importante da considerare è che il lavoro in queste realtà è sicuramente più gravoso, soprattutto in termini di spese sostenute. I medici che operano in queste zone possono gestire più sedi di ambulatori, con i costi del carburante necessario per raggiungere le diverse frazioni dei comuni. Pertanto, sarebbe opportuno attuare agevolazioni anche dal punto di vista economico.
Dr. Puccinelli Marco
Responsabile del Dipartimento Sanità Regionale di Forza Italia Toscana
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