«Se sul Forteto non si coglie l’esigenza politica di ‘rimettersi un po’ in pari’ beh, si fa un torto al lavoro fatto fin qui e ai segnali di presa d’atto del dramma avvenuto in quella comunità-setta che pure, lo ammetto, sono giunti». Questo uno dei passaggi salienti con cui il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Stefano Mugnai – protagonista nelle due commissioni d’inchiesta sul Forteto, la prima addirittura in veste di presidente – ha stigmatizzato l’esclusione del libro Setta di Stato di Francesco Pini e Duccio Tronci dal Salone del Libro di Torino da parte della Regione Toscana.
Il volume – in cui i due giornalisti ripercorrono la storia e la memoria della vicenda Forteto esplorandone i sentieri umano, giudiziario, politico e di pura inchiesta di cronaca – ha ricevuto presentazione anche in spazi istituzionali, dal Consiglio regionale alla Camera dei Deputati. Il Salone del Libro di Torino, però, è stato negato. Ecco dunque che tutti i componenti della seconda commissione regionale d’inchiesta, la cosiddetta ‘Forteto bis’, hanno sottoscritto una risoluzione per condannare la scelta della Regione.
E’ in questo contesto che si inquadra l’intervento in aula di Mugnai: «Se politicamente non si coglie il significato di questo gesto in una Regione che per anni ha fatto del Forteto una bandiera, pubblicizzando gratis quell’esperienza, non solo i prodotti agricoli, si torna all’atteggiamento del passato. Per di più rispetto a un testo che racconta i fatti così come confermati poi dalle sentenze, raccontando tra l’altro di come una volta tanto la politica sia per una volta arrivata prima a dire la verità. Beh: io credo che Setta di Stato sia un’eccellenza toscana. Non capisco, rispetto a una pluralità di libri che la Regione Toscana porta a Torino, come si possa fare una lettera per negare a quel libro l’approdo al Salone. Con questa proposta di risoluzione chiediamo un ripensamento».
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