Il candidato aretino di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi per l’Italia
«Impegno concreto per mantenere la sezione. Il fatto non va minimizzato, la legge delega va modificata»
«Ci manca solo di perdere un altro punto di riferimento territoriale come il tribunale fallimentare di Arezzo. La marginalizzazione del nostro territorio non è più accettabile, né la questione può essere minimizzata visto il chiaro tenore letterale della legge delega in materia e, quindi, le prospettive derivanti dalla mera attuazione della stessa da parte del governo». Così dichiara Felice Maurizio D’Ettore, candidato all’uninominale della Camera dei Deputati per il collegio 7, quello di Arezzo, in rappresentanza della coalizione di centrodestra composta da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi per l’Italia.
Avvocato egli stesso, D’Ettore raccoglie prontamente l’appello lanciato dai commercialisti aretini e anzi, già nei giorni scorsi si era espresso constatando la necessità di una ulteriore modifica della disciplina interna in materia di crisi d’impresa. Ma intanto c’è il pericolo di sottrazione di un ulteriore servizio territoriale, e su questo l’esponente di centrodestra si concentra: «Ormai da anni Arezzo si vede sfilare segmenti di rappresentatività ed autorevolezza. Solo grazie alla battaglia condotta in consiglio regionale da Forza Italia col suo capogruppo e vicepresidente della Commissione sanità Stefano Mugnai siamo riusciti a trattenere la sede della nuova Asl di area vasta. Ora tocca al tribunale fallimentare in base alla legge. Ci batteremo con ogni mezzo per scongiurare questo evento, e quando andremo al governo rimoduleremo gli accorpamenti su base di equità territoriale ed in considerazione di tutti i dati che rendono rilevante la scelta del mantenimento ad Arezzo della sezione fallimentare del tribunale che, negli anni, è stata anche punto di riferimento per la giurisprudenza in materia».
La delega per la riforma della legge fallimentare, annuncia D’Ettore, dovrà essere sottoposta a ulteriori correttivi e modifiche: «Dobbiamo rafforzare la trattazione prioritaria delle proposte volte alla risoluzione delle crisi d’impresa al fine di assicurare la continuità aziendale. Sarà importante anche riconsiderare l’impianto complessivo della medesima delega per rendere più efficaci le procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza dei datori di lavoro conciliandole con la tutela dei livelli occupazionali e le esigenze di protezione del reddito dei lavoratori. In tal senso, anche la recente vicenda che ha interessato Del Tongo dimostra come questi correttivi e modifiche siano essenziali».
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