«Dicono la verità, i medici dell’intersindacale, quando individuano nell’accorpamento delle vecchie Asl e, in conseguenza, delle contabilità aziendali in una sola, un punto dolente della riforma del sistema sanitario toscano voluta da Rossi e Saccardi in tutta fretta: nel farla non si è puntato al bene della sanità, bensì ad evitare un commissariamento del settore il cui spettro in quel momento andava prendendo sostanza. I risultati sono quelli oggi toccati con mano dai medici toscani e che noi, dal nostro osservatorio politico, avevamo preconizzato»: a parlare così è il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia), che si schiera convintamente a sostegno dei medici dell’intersindacale che ieri si sono confrontati nella prima conferenza regionale post riforma.
Da quel consesso è emerso un quadro desolante: «E’ quello su cui anche noi quotidianamente, caso per caso, accendiamo i riflettori e che si compone – riassume Mugnai – di posti letto che mancano e liste d’attesa che non consentono ai cittadini, di fatto, di accedere al servizio sanitario pubblico in maniera efficace nel senso della risposta al bisogno di diagnosi e cura». Quanto al numero di posti letto, tra l’altro: «La Toscana – ricorda il Vicepresidente della Commissione sanità – è da tempo al di sotto dei parametri fissati col decreto Balduzzi: questo non è un vulnus generato dalla riforma, esisteva già prima. Solo che non vi si è posto rimedio, anzi, si prosegue nello smantellamento, accorpamento, presunta razionalizzazione e via tagliando. A tutto questo, poi, corrisponde una riduzione degli organici quanto alle professioni, medici in primis, che erogano servizio sanitario propriamente detto, mentre non altrettanto si rileva negli organici d’apparato. Lì no: non si taglia».
«Nel voler perseguire un simile trend – osserva Mugnai – diviene fisiologico che ci si sottragga al confronto con i lavoratori della sanità: non è quello, per chi governa, il punto di priorità». In questo quadro si innesta, secondo Mugnai, anche il paradosso della disparità retributiva tra medici di una stessa area vasta e a livello regionale, che avvilisce i professionisti e su cui l’esponente di Forza Italia è già intervenuto tramite interrogazione nel dicembre scorso: «Sulla materia abbiamo ricevuto una risposta all’insegna del solito ‘faremo’. Per ora non si vede nulla. Temo che per i medici avanzare un appello ai sindaci, ancora, per ora, in larga parte Pd, sortirà poco effetto. Ma su questo ci e li stiamo attrezzando differentemente».
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