Siamo alle solite, ma come presidente della commissione comunale che ha a suo tempo contribuito a redigere il nuovo regolamento dei Centri di aggregazione sociale (CAS) del Comune di Arezzo sento ancora una volta la necessità di fare chiarezza. La recente nota stampa del consigliere Caporali, oltre a essere inesatta, denota la solita sterile polemica che puntualmente viene creata dal PD e dalla sinistra. Era accaduto in campagna elettorale, accade adesso a nemmeno un mese dalle elezioni.
Caporali afferma, sbagliando, che “il regolamento, interpretato in maniera restrittiva impedisce riunioni o assemblee di tipo partitico, se non con il confronto di tutte le parti in causa”, ma non è così. Le assemblee di tipo “partitico” sono espressamente vietate, sempre, perché Forza Italia e l’Amministrazione Ghinelli hanno ritenuto opportuno tenere fuori le iniziative dei partiti dagli immobili comunali che hanno come obiettivo l’aggregazione dei cittadini. Una iniziativa di partito, a senso unico, non rientra tra quelle attività aggregative e coinvolgenti per tutti, ma solo per chi si riconosce in quel partito. Il Comune dispone di tanti altri spazi, al chiuso e all’aperto, dove ogni partito può chiedere di poter svolgere i propri incontri.
Diversamente, sono auspicate nei CAS le attività informative e propositive degli assessori e dei consiglieri comunali, che trattino tematiche inerenti l’attività di Giunta e di Consiglio. Il regolamento infatti permette ai consiglieri comunali e alla Giunta di incontrare i cittadini nei CAS, a patto di non interferire con l’ordinaria attività. Questo perché gli amministratori e i consiglieri della Città prima di essere, eventualmente, espressioni dei vari partiti, sono persone che hanno ricevuto la fiducia dei cittadini tramite il voto popolare e deve essere data loro la possibilità di rendere conto del proprio operato (art.10 comma 11). In campagna elettorale sono permessi solo confronti tra candidati, proprio per salvaguardare l’obiettivo aggregante e per coinvolgere tutti, a prescindere dal proprio credo politico (art.10 comma 12).
Quindi, ricapitolando: attività di partito no, mai; incontri con Giunta e consiglieri propedeutici ad espletare il proprio mandato sì, nel rispetto delle regole e della par condicio; confronti in campagna elettorale sì, a patto che siano tali e non a senso unico.
Capisco che sia più difficoltoso per i partiti come il PD, che oggi non hanno più rappresentanti in Parlamento, reperire spazi e fondi per le proprie attività, ma quando in Forza Italia abbiamo vissuto la loro attuale condizione ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo organizzati in autonomia, senza mai pensare di occupare i CAS, i cui presidenti non ritengo siano terrorizzati dal regolamento ma piuttosto imbarazzati dal continuo sollevamento di polemiche provenienti sempre da sinistra.
Colgo l’occasione infine per ringraziare i presidenti e i direttivi dei CAS per il prezioso lavoro quotidiano che svolgono sul territorio, fornendo la più ampia disponibilità mia e della commissione che presiedo per ogni ulteriore chiarimento e per difendere l’autonomia dei CAS qualora quelle che oggi sono polemiche, sterili ma lecite, si dovessero trasformare in indebite pressioni.
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