«Visite ed esami anche la sera e nei festivi per abbattere le liste d’attesa in sanità? Nel 2014 presentai una proposta di legge che è rimasta carta straccia. Adesso, però, l’ho riformulata sulla base della riforma voluta dal Pd e dalla giunta regionale e l’ho ripresentata. Abbiamo il dovere di arginare un fenomeno che mina il diritto alla salute dei cittadini». Stefano Mugnai – Vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale dove è Capogruppo di Forza Italia, nonché coordinatore regionale degli azzurri in Toscana – ha ripresentato anche a marzo scorso l’atto che ipotizza il «prolungamento degli orari delle attività per l’erogazione dei servizi di specialistica ambulatoriale presenti nelle strutture pubbliche aziendali, nei giorni feriali dalle 20 alle 22, ma anche nei prefestivi e festivi». Nessun dubbio, secondo Mugnai: la soluzione per abbattere le liste d’attesa è aumentare il servizio.
«Da parte dei medici, che prescrivono le prestazioni, l’attenzione è massima perché sono costretti a parametri da rispettare. E’ il sistema sanitario toscano che non riesce a rispondere ai bisogni delle persone. E su questo noi abbiamo il dovere di provare a rimediare, soprattutto in un contesto, quello della sanità toscana, in cui assistiamo a un impoverimento costante dei servizi di assistenza e cura mentre si mantiene intatto l’apparato. La riforma con cui si sono accorpate le Asl ha di fatto sommato le burocrazie mentre sfoltiva i servizi nel nome di una razionalizzazione e non duplicazione. Il tutto si traduce in minori risposte di salute».
Il tutto sospinge il paziente verso l’intramoenia, in un percorso sostanzialmente obbligato che poco ha di virtuoso giacché – ricorda Mugnai – i cittadini già pagano le tasse per poter accedere al sistema pubblico: «La sanità pubblica deve funzionare e può farlo», è la convinzione di Forza Italia. «Se funziona, allora poi a quel punto chi vuole rivolgersi alla libera professione sarà libero, ma libero per davvero, di poterlo fare. Oggi, invece, il sistema è vantaggioso non solo per i medici, ma soprattutto per le aziende sanitarie che percepiscono il 40% di quanto pagato dal cittadino per la prestazione privata. E’ molto più di un normale ticket». E dunque via: «Orari estesi, più personale, investimenti».
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