«Tutto come previsto fin dal 2015 da Forza Italia: la riforma della sanità toscana ha fatto comodo alla strana coppia Rossi-Saccardi per mescolare in tavola le carte di una contabilità sul filo del rasoio ma nei fatti ha impoverito i servizi e creato nuove figure d’apparato appesantendo il sistema. Così, i direttori di programmazione d’area vasta di fiducia del presidente della Regione e pensate come suo cordone di protezione, oggi si sono trasformati in cordone sì, ma quello aperto della borsa regionale a tutto danno dei toscani»: a parlare così è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che riannoda i fili della storica battaglia condotta da Forza Italia nel parlamento toscano contro la riforma sanitaria del 2015 alla luce dell’inefficacia dei direttori di programmazione d’area vasta evidenziata dagli organi di stampa.
«Noi lo abbiamo sempre detto: la sfida di una riforma del sistema sanitario regionale sarebbe stata, e lo è ancora adesso, quella di alleggerire gli apparati per riversare le risorse sui servizi. Nel 2015 – osserva Marchetti – si è proceduto controverso rispetto a questo principio: con l’introduzione delle figure dei direttori di programmazione d’area vasta si è addirittura appesantito il sistema di burocrazie, con relative spese per figure ibride tecnico-politiche di nomina diretta del presidente della giunta regionale. Ciò avrebbe reso particolarmente risicato lo spazio di manovra dell’assessorato dove però, adesso, l’ingresso al timone di Monica Calamai ha sparigliato le regole del gioco».
«Lo diceva allora Stefano Mugnai e lo ribadisco oggi io», prosegue il Capogruppo di Forza Italia in Toscana: «La riforma della sanità è da ribaltare come un calzino secondo una linea facile facile: meno poltrone, più letti. E’ così che, quando saremo al governo regionale, intendiamo ‘riarredare’ il sistema salute della Toscana».
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