Prima la costruzione con cofinanziamento regionale di circa 800mila euro provenienti da fondi Cipe su un importo complessivo di 1 milione e 300mila euro. Poi, l’8 maggio 2014, l’inaugurazione in grande spolvero per l’asilo Cosimo Isola di Lammari, a Capannori, che avrebbe dovuto essere esempio dei più avanzati canoni della bioedilizia e autosufficienza energetica. A settembre 2015 arrivano i primi piccoli alunni. Questione di settimane, poi a ottobre ecco le prime infiltrazioni: cedono le tubazioni. Tempo sette mesi, il nido chiude i battenti perché non più agibile: si dice che sarebbe stato costruito su una falda acquifera profonda 30 centimetri appena. Il 13 aprile 2016, infine, la procura di Lucca dispone l’apposizione dei sigilli e procede ad acquisire la documentazione relativa a progettazione e costruzione dell’edificio. Il 16 settembre è il giorno del dissequestro, che fa seguito alla chiusura delle indagini peritali. E poi?
«E i soldi erogati? Sono stati recuperati? C’è qualche speranza che ciò accada? E ancora: con che criterio si valutò il finanziamento?» Tutte queste domande se le pone oggi il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, pronto a rivolgerle alla giunta toscana tramite interrogazione. Non la prima, già che all’indomani del sequestro dell’immobile il suo predecessore Stefano Mugnai ci aveva già provato. L’atto, interrogazione a risposta scritta con protocollo n. 402 del 15 aprile 2016, non ricevette risposta alcuna né allora né mai. E allora Forza Italia ritenta, magari sarà più fortunata.
«Passo davanti a quel plesso non quotidianamente ma quasi – spiega Marchetti – e tutte le volte non me ne faccio capace. Oltre un milione di euro tra 800mila euro di fondi erogati dalla Regione più i soldi del Comune di Capannori: tutti fondi pubblici, dei cittadini. E con che risultato? Che l’asilo che doveva ospitare 60 bambini fino ai tre anni di età in realtà marcisce. Altro che bioedilizia d’avanguardia». Alla Regione Marchetti intende domandare «chi e come valutò il progetto e chi ne seguì la realizzazione» e che fine farà il complesso realizzato coi fondi pubblici.
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