«Toscana fuori dalle regioni benchmark sulla spesa sanitaria? E’ dal 2013 che la nostra Regione scivola indietro e rischia, e questo è il risultato. E se il motivo risiede nella spesa 2015 beh: fortuna che non hanno visto il 2016…» E’ un affondo in piena regola quello sulla spesa sanitaria che parte dal fronte azzurro per bocca del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, del Vicepresidente dell’Assemblea toscana Marco Stella e del coordinatore regionale toscano del partito onorevole Stefano Mugnai, testimone storico dello scivolamento della Toscana indietro nella classifica ministeriale delle regioni virtuose nella sua qualità di vicepresidente della commissione regionale sanità, ruolo rivestito dal 2010 fino alle elezioni politiche del marzo scorso che lo hanno dirottato su Roma.
La nota ministeriale è di qualche giorno fa e alla pagina 7 lo dice chiaro: la Regione Toscana «sulla base di quanto rilevato nel corso delle riunioni del Tavolo tecnico, registra per l’anno 2015 un disavanzo di gestione che la rende in ogni caso inesigibile». Fine della trasmissione. «E perché non hanno visto i bilanci 2016», attaccano Marchetti e Stella. «Noi però – proseguono i due rappresentanti di Forza Italia in Regione – li abbiamo visti eccome. Il conto economico di quello che è il primo bilancio post-riforma, ovvero il primo con le Asl di area vasta, segna per tutte e tre le ‘Aslone’ il segno meno. Di preciso le perdite di esercizio sono di 43.323.914 euro per la Nord Ovest frutto dell’unione tra le ex Asl di Lucca, Versilia, Pisa, Livorno, Massa Carrara, di 21.671.349 euro per la Sud Est che aggrega Arezzo, Grosseto e Siena, e di 17.719.828 per la Centro che accorpa le vecchie aziende di Firenze, Empoli, Prato e Pistoia».
Brutta faccenda, per Forza Italia che però non ne è sorpresa: «Questo è uno di quei casi in cui dover ricordare ‘ve l’avevamo detto’ non ci fa piacere – riflettono Marchetti, Stella e Mugnai – perché a rimetterci sono i toscani. Certo è che questa davvero è la pietra tombale sulla leggenda della sinistra che proponeva la sanità toscana come virtuosa e modello per tutte le altre, vessillo su cui si è costruita larga parte del consenso elettorale degli ultimi decenni. Purtroppo la verità è che il sistema salute spremuto come un limone e piegato alla ragion politica di Pd e sinistre a discapito dei servizi, oggi va a picco. Lo squilibrio di liquidità diviene strutturale, mentre Rossi e Saccardi fanno i pianisti sul Titanic. Intanto la Toscana è fuori dalla premialità nel riparto del fondo nazionale riservata alle migliori».
E la scalata umbra ha riverberi sulla zona di confine con l’area aretina: «Da tanti anni – registra Mugnai – segnaliamo esodi crescenti di pazienti dalle zone di cerniera aretine verso l’Umbria, segno di un sistema salute sempre meno attrattivo da parte aretina, oggi Sud-Est. Per paradosso, se l’Umbria svetta lo deve in parte alla Toscana». Confermano oggi i sindaci revisori di quella grande Asl, che tra i rilievi causa dell’afflizione contabile – oltre alla spesa farmaceutica ospedaliera, quella per i dispositivi medici, il ricorso al lavoro in regime interinale – come sottolineano Marchetti e Stella inseriscono proprio: «La ricaduta negativa sugli equilibri di bilancio dei pagamenti fatti dall’azienda Usl Toscana Sud Est […] per prestazioni relative a residenti fuori regione. A fronte di maggiori costi rispetto al 2015 per 6.926.806 Euro, si sono avuti minori rimborsi per 2.950.894 euro, con pesanti effetti per il mantenimento dell’equilibrio di bilancio».
Leave a comment