«La domanda di cremazione delle salme aumenta ed è chiaro che l’offerta tenda a volersi allineare. Ma non in ordine sparso, con un fai-da-te che rischia di generare confusione e sovrapposizioni per colpa delle inadempienze della Regione che non ha mai portato a compimento la stesura del Piano regionale di coordinamento previsto per gli impianti crematori con legge nazionale addirittura del 2001»: la frenata arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che tira le briglie rispetto al fiorire di progetti di forno in molte parti della Toscana, compresa la Piana lucchese su cui i sindaci hanno aperto il dibattito con posizioni diversificate.
«Ciò che va evitato è che quello del caro estinto divenga un business del dolore. Perché da un lato ci sono le città dotate di impianti come Livorno, dove il sindaco del Movimento 5 Stelle Filippo Nogarin con la delibera 199 dello scorso aprile ha alzato la tariffa di cremazione da 15 a 100 euro per le salme in arrivo da fuori provincia. Dall’altro ci sono le legittime aspirazioni di un segmento industriale che punta a intercettare una domanda crescente con maggiore offerta di impianti».
Secondo Forza Italia in questo campo di gioco manca l’arbitro: «Certo», incalza Marchetti. «E la legge nazionale, in particolare la 130/2001 all’articolo 6 comma 1, il fischietto lo appende al collo delle Regioni. E’ ad esse che attribuisce il compito di elaborare Piani regionali di coordinamento per la realizzazione di crematori entro 6 mesi dalla sua entrata in vigore. Ripeto: si parla del 2001. La Regione Toscana non ha ancora ottemperato. Ebbene, già qualche settimana fa con una mozione ho chiesto che lo faccia entro il 2018, dal momento che il Piano è previsto all’articolo 6 della legge regionale 29/2004 in virtù delle modifiche apportate nel 2013 con legge regionale 66».
Secondo Marchetti l’ideale sarebbe «sospendere ogni iter autorizzativo fino alla realizzazione, da parte della Regione, del Piano regionale di coordinamento che però va steso in tempi brevissimi. Noi puntiamo a fine 2018». Anche perché: «I dati raccolti nel 2016, ultima rilevazione, dalla Servizi Funerari Pubblici Italiani (Sefit) parlano di un aumento di salme cremate dalle 9.931 del 2013 alle 10.376 dell’anno 2016. Il trend è dunque in crescita e attualmente proprio sulla Livorno che alza le tariffe si concentra la maggior parte dei cremati con 4.719 nel 2016, anche se la Toscana può contare anche su impianti ad Arezzo, Firenze e Bagno a Ripoli, Pistoia, Pisa e Siena. Prima di attivarne di nuovi è giusto ed opportuno avere una cornice di Piano che assicuri coerenza al settore anche in una eventuale prospettiva espansiva».
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