Dolori addominali importanti, accompagnata dai genitori una minorenne si presenta al pronto soccorso di Poggibonsi, dove malgrado l’età viene intervistata da sola al triage che poi le attribuisce un codice bianco. Tre ore di attesa, la ragazzina vomita. Poi la situazione precipita: quei sintomi erano dovuti a un’appendicite. Da lì il trasferimento a Siena, dove ai familiari viene raccomandato di non perderla di vista e segnalare eventuale ulteriore aggravamento. Ormai siamo in regime d’urgenza. Cosa non ha funzionato? Lo domanda alla giunta toscana, raccontato il caso, il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (capogruppo Forza Italia) in un’interrogazione in cui chiede di rispondere in forma scritta a due quesiti: «Come funziona il sistema di accettazione nei PS della Toscana, in particolare quello dell’ospedale di Poggibonsi, e quali figure professionali siano previste»? E ancora: «Quali soluzioni possono essere proposte dall’azienda sanitaria per far funzionare al meglio il sistema di accettazione, soprattutto per la fase di diagnosi-assegnazione del codice»?
Prima però Mugnai presenta il caso, raccontando di essere «venuto a conoscenza che lo scorso 2 giugno, una ragazza minorenne è stata portata direttamente dai genitori al PS di Poggibonsi per forte dolore addominale». A questo punto, è scritto nell’atto confezionato da Mugnai, «le è stato assegnato il codice bianco e la ragazza avrebbe fatto tre ore di attesa prima di essere visitata. Nel frattempo la ragazza ha vomitato due volte nel bagno della sala di attesa. Dal Pronto soccorso viene subito trasportata a Siena e ricoverata per appendicite con la raccomandazione che la famiglia la deve guardare a vista per segnalare l’eventuale aggravamento dei sintomi».
«A quanto riferiscono i genitori – espone ancora il Vicepresidente della Commissione sanità – al pronto soccorso di Poggibonsi vi sarebbe stata pochissima utenza al momento dell’arrivo e dopo le tre ore di attesa non ci sarebbe stato più nessuno. All’accettazione l’operatrice in servizio avrebbe voluto parlare soltanto con la ragazza (benché evidentemente minorenne) senza i genitori».
«L’assegnazione del codice – osserva Mugnai – è di fondamentale importanza per effettuare tempestivamente la diagnosi e somministrare le corrette terapie al paziente e, a tal proposito, l’operatore che assegna i codici di coloro che non passano tramite il sistema 118 (ambulanza o altro mezzo medicalizzato) dovrebbe possedere i necessari requisiti medico- professionali». Per questo l’esponente di Forza Italia dice di aver «ritenuto opportuno interrogare sulle modalità con cui vengano effettuate le accettazioni al pronto soccorso, in particolare quello di Poggibonsi, e come mai, anche in presenza di poche persone le attese siano state così consistenti».
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