“Il ritorno ad una Europa pre-Schengen rischia di costare caro. Ho presentato una interrogazione per comprendere se il ministro delle Finanze abbia commissionato uno studio ai suoi Uffici per analizzare questo scenario, in ottica di costruzione del prossimo DEF”. Ad annunciarlo il deputato piemontese di Forza Italia Roberto Rosso.
L’onorevole azzurro spiega: “Secondo recenti studi il costo dello stop potrebbe aggirarsi fino a 1.430 miliardi di perdite nel decennio 2016-2025. Una cifra monstre di cui qualcuno dovrà fasi carico se da qui a settembre, durante i vari vertici europei che si occuperanno delle politiche migratorie comunitarie, si arriverà alla chiusura delle frontiere da parte della maggioranza dei singoli Stati e quindi al ridimensionamento, se non alla fine, del trattato di Schengen. In una situazione del genere i prezzi dei beni importati sarebbero destinati a crescere del 3%, l’economia in Italia segnerebbe una contrazione di 150miliardi con una riduzione degli accordi commerciali bilaterali che oscillerebbe tra il 10 e il 20%”.
Conclude Rosso: “Credo che il ministro Tria debba costruire responsabilmente un Piano B per far quadrare i conti dell’Italia se il dibattito politico a livello europeo dovesse degenerare, strozzato dagli egoismi di nazioni che per anni si sono fatti carico, solo parzialmente, della gestione dei problemi dell’emergenza profughi. Qualcuno dovrà pagare se salta Schengen, l’importante è che non siano i cittadini italiani”.
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