«L’Ato Sud non è la pattumiera della Toscana e il Valdarno, i cui cittadini già tanto si sono sacrificati per via della discarica di Podere Rota, meno che mai. La Regione la finisca con gli atti di arroganza e dia certezze sulla chiusura dell’impianto entro il 2021»: a rilanciare la battaglia sulla discarica di Terranuova Bracciolini nel mentre in Toscana si consuma un’autentica emergenza rifiuti è Forza Italia, con l’onorevole Stefano Mugnai (coordinatore regionale degli azzurri in Toscana) da sempre in prima linea sui problemi generati dall’impianto valdarnese e il capogruppo in Consiglio regionale Maurizio Marchetti ancora in attesa di risposta a un’interrogazione sul tema presentata un mese fa.
«Se Rossi con la sua solita arroganza pensa di governare la gestione dei rifiuti a colpi di ordinanze urgenti – attaccano i due azzurri – si sbaglia di grosso. L’indirizzo dei flussi deve essere concordato coi sindaci e il governatore della Toscana non può pensare di voler rendere l’Ato Sud la discarica di tutta la regione solo perché lì la sinistra ha perso tutti i sindaci dei capoluoghi a partire da Arezzo e a proseguire con Grosseto e infine Siena. Non ci stiamo noi, non ci stanno i cittadini di quella importante fetta di Toscana, non ci stanno i sindaci di centrodestra e novità: non ci stanno nemmeno i sindaci ancora in quota Pd e sinistra, pensi un po’. Arezzo, Grosseto e Siena non possono certo pagare per le inefficienze storiche di Regione e amministratori Pd dell’area fiorentina. Basta rifiuti da Firenze. Anche l’Ato Centro faccia la sua parte e si renda autonomo».
Ma il Valdarno poi, lì proprio no: «Il Valdarno e chi abita nei pressi della discarica di Podere Rota hanno già sopportato più che abbastanza miasmi, esalazioni e disagi vari derivanti dal sito. Abbiamo chiesto alla Regione di fermare il conferimento di fanghi e Fos dando certezze sulla reale intenzione di chiudere la discarica a fine 2021, ma ancora di risposte non ne sono arrivate. Noi – annunciano Mugnai e Marchetti – siamo pronti a percorrere ogni forma istituzionalmente praticabile di opposizione, ivi comprese – ribadisce Mugnai – azioni parlamentari».
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