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PISTOIA: Il Pistoiese perde acqua, Marchetti (FI): «Dispersione del 40,83% in provincia e comune di Marliana maglia nera. Ma dai gestori investimenti scarsi»

Pistoia perde acqua: «Nel territorio provinciale pistoiese si verifica una dispersione idrica del 40,83%, con maglia nera nel comune di Marliana dove si perde per la via il 48,87% dell’acqua emunta e podio del meno peggiore al territorio di Piteglio, non ancora comune unico con San Marcello al momento della rilevazione del dato e dove la perdita di patrimonio idrico dal punto di immissione ai rubinetti si arresta al 25,64%. A fronte di ciò i gestori, che nell’area pistoiese sono quattro ovvero le Spa Acque, Acque Toscane, Gaia e Publiacqua, mettono in campo investimenti sulle reti che l’Autorità idrica toscana (Ait) valuta come inferiori a quanto in media sarebbe dovuto e necessario». I dati li espone il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che su questo ha condotto in proprio uno studio che elabora – aggregandoli per aree e per gestore per poi acquisire le valutazioni Ait sugli investimenti programmati sulle reti – i dati Istat dell’ultimo censimento acque per uso potabile, quello diffuso a fine dicembre 2017 su rilevazioni condotte nel 2015.

«Sono gli ultimi dati ufficiali disponibili – spiega Marchetti – e sono dati nazionali. Noi però abbiamo scorporato quelli della Toscana, comune per comune, e poi li abbiamo riaggregati in data set provinciali e per gestore. Da qui alle pianificazioni degli investimenti che condurranno in molti casi alla scadenza dell’affidamento, abbiamo incrociato con i piani di gestione e le valutazioni espresse dall’Autorità idrica. Perché mi sono messo a far di conto in questa maniera? Ma perché appunto l’affidamento del servizio idrico integrato corre verso le scadenze ed è doveroso aprire un ragionamento efficace sulla materia».

Fin qui metodo e motivo, e il risultato generale è quello di cui sopra. Poi c’è il dettaglio che per l’area pistoiese vede, lo si accennava, una significativa frammentazione di gestori. Nella Montagna Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio si affidano a Gaia Spa, la cui rete complessivamente registra una dispersione del 46,84% a fronte della quale gli investimenti programmati nella manutenzione straordinaria è giudicata da Ait «inferiore ai livelli medi previsti», con conseguente «invecchiamento nel tempo delle opere esistenti che dovrà essere compensato». Montecatini Terme e Ponte Buggianese fanno capitolo a sé: in Toscana sono i soli, oltre al Comune di Fiesole alle porte di Firenze, che per la gestione dell’acqua potabile (e solo per quella) si affidano ad Acque Toscane Spa che all’Autorità trasmette dati sulle manutenzioni col contagocce, tanto per restare in tema. Nel resto della Valdinievole i Comuni per la quasi totalità hanno poi scelto Acque Spa, sulla cui rete in totale grava una dispersione del 39,2% su cui però gli investimenti ci sono per un «livello manutentivo e di sostituzione degli assets soddisfacente e superiore alle medie toscane», secondo Ait. A Publiacqua afferiscono invece il capoluogo di provincia, Pistoia con una dispersione del 46,64%, e i Comuni dell’area di cerniera verso Prato, tutti con dispersione oltre il 40%. Gli investimenti? Lasciano a desiderare. Ait li definisce «inferiori ai livelli ottimali previsti dal Piano di Ambito», pur riconoscendo che c’è di peggio sotto il sole di Toscana.

La valutazione politica di Marchetti è chiara: «A sinistra – riflette il Capogruppo di Forza Italia – sento parlare di ripubblicizzazione. Anche io mi colloco su questa posizione, non foss’altro che nel rispetto dell’esito del referendum con cui i cittadini hanno espresso questo tipo di volontà. Ma acqua pubblica può voler dire tante cose. Il modello di holding regionale prospettato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non ci convince: un nuovo carrozzone poco funzionale e che magari diventi parcheggio per qualche politicante dismesso noi non lo vogliamo. L’acqua è un bene delicato, una risorsa non infinita, e le reti hanno bisogno di interventi d’urto veloci per contrastare livelli di dispersione tanto elevati. Bisogna soppesare tutti i modelli di gestione che le normative mettono a disposizione per individuare tutti insieme quello migliore per la Toscana. Io ad esempio ho studiato un po’ il tipo di gestione che a Parigi si è rivelato efficace in termini di abbattimento tariffario e investimenti sulle reti. A livello comparativo, è un sistema che per le nostre normative potrebbe dirsi affine a quello dell’Agenzia speciale prevista dall’articolo 114 del Testo unico degli enti locali. Non sposo una tesi: fornisco uno spunto. Su materie come queste nessuno deve innamorarsi ideologicamente delle vie facili. Pensiamoci con serietà, informiamoci e poi la maggioranza ci dia una proposta su cui lavorare e riflettere. Noi qualcosa da dire l’avremo, ma la responsabilità è prima di chi governa».

 

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