Firenze perde acqua: «Nel territorio provinciale fiorentino si verifica una dispersione idrica del 42,11%, con maglia nera al comune capoluogo, Firenze appunto, che perde per la via ben il 47,09% dell’acqua emunta e podio del meno peggiore al tratto di rete di distribuzione sottesa al comune di Capraia e Limite, i cui livelli di dispersione dall’immissione ai rubinetti si arresta al 12,67%. Dinanzi a questi dati i gestori investono in varia misura, e se l’Autorità idrica toscana (Ait) promuove i livelli di Acque Spa e non interviene sull’emiliano Gruppo Hera che serve Marradi e Firenzuola, su Publiacqua e Acque Toscane che gestisce Fiesole non è così soddisfatta». I dati li espone il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che su questo ha condotto in proprio uno studio che elabora – aggregandoli per aree e per gestore per poi acquisire le valutazioni Ait sugli investimenti programmati sulle reti – i dati Istat dell’ultimo censimento acque per uso potabile, quello diffuso a fine dicembre 2017 su rilevazioni condotte nel 2015.
«Sono gli ultimi dati ufficiali disponibili – spiega Marchetti – e sono dati nazionali. Noi però abbiamo scorporato quelli della Toscana, comune per comune, e poi li abbiamo riaggregati in data set provinciali e per gestore. Da qui alle pianificazioni degli investimenti che condurranno in molti casi alla scadenza dell’affidamento, abbiamo incrociato con i piani di gestione e le valutazioni espresse dall’Autorità idrica. Perché mi sono messo a far di conto in questa maniera? Ma perché appunto l’affidamento del servizio idrico integrato corre verso le scadenze ed è doveroso aprire un ragionamento efficace sulla materia».
Fin qui metodo e motivo, e il risultato generale è quello di cui sopra. Poi c’è il dettaglio che nella provincia di Firenze vede impegnati quattro gestori di cui uno non toscano, il Gruppo Hera dell’Emilia-Romagna a cui si sono affidati i comuni di Firenzuola e Marradi. I loro livelli di perdita d’acqua sono i più bassi: 27,52% la media dei due comuni. Capitolo a sé è Fiesole, che affida il suo intero ciclo dell’acqua ad Acque Toscane Spa. La dispersione sul colle che guarda a Firenze è del 45,35% e gli «investimenti di manutenzione straordinaria (rinnovo e sostituzione reti e impianti) è in linea con il budget disponibile ma non sufficiente a garantire una completa sicurezza a fronte di impellenti necessità di intervento», scrive l’Autorità idrica nella sua valutazione della pianificazione. Promossa sul fronte investimenti è Acque Spa, che nella provincia di Firenze gestisce i comuni dell’area empolese e sulla cui rete complessivamente grava una dispersione del 39,20% a fronte di una media regionale toscana del 43,43%.
Ma la parte del leone in area fiorentina la fa senz’altro Publiacqua: dispersione complessiva di rete del 46,39% e una valutazione Ait sulla programmazione investimenti come «inferiore ai livelli medi ottimali previsti dal Piano di Ambito, ma comunque superiore al tenore di investimenti analoghi delle altre conferenze». Insomma, si apprezza l’impegno anche se il risultato: «Beh, quello – commenta Marchetti – lascia a desiderare».
Ma insomma che fare? «A sinistra – riflette il Capogruppo di Forza Italia – sento parlare di ripubblicizzazione. Anche io mi colloco su questa posizione, non foss’altro che nel rispetto dell’esito del referendum con cui i cittadini hanno espresso questo tipo di volontà. Ma acqua pubblica può voler dire tante cose. Il modello di holding regionale prospettato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non ci convince: un nuovo carrozzone poco funzionale e che magari diventi parcheggio per qualche politicante dismesso noi non lo vogliamo. L’acqua è un bene delicato, una risorsa non infinita, e le reti hanno bisogno di interventi d’urto veloci per contrastare livelli di dispersione tanto elevati. Bisogna soppesare tutti i modelli di gestione che le normative mettono a disposizione per individuare tutti insieme quello migliore per la Toscana. Io ad esempio ho studiato un po’ il tipo di gestione che a Parigi si è rivelato efficace in termini di abbattimento tariffario e investimenti sulle reti. A livello comparativo, è un sistema che per le nostre normative potrebbe dirsi affine a quello dell’Agenzia speciale prevista dall’articolo 114 del Testo unico degli enti locali. Non sposo una tesi: fornisco uno spunto. Su materie come queste nessuno deve innamorarsi ideologicamente delle vie facili. Pensiamoci con serietà, informiamoci e poi la maggioranza ci dia una proposta su cui lavorare e riflettere. Noi qualcosa da dire l’avremo, ma la responsabilità è prima di chi governa».
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