L’Empolese perde acqua: «Nel territorio dell’area empolese si verifica una dispersione idrica del 29,11%, con maglia nera nel comune di Montelupo Fiorentino che perde per la via ben il 40,98% dell’acqua emunta e podio del meno peggiore al tratto di rete di distribuzione sottesa al comune di Capraia e Limite, i cui livelli di dispersione dall’immissione ai rubinetti si arresta al 12,67%. Il dato è tra i migliori della Toscana, dove la media regionale è del 43,43% di acqua perduta, e in effetti il gestore di zona, Acque Spa, non suscita lamentele nelle valutazioni dell’Autorità idrica toscana (Ait). Ciò non toglie che finisce nel terreno quasi un terzo di un bene prezioso come l’acqua, appunto». I dati li espone il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che su questo ha condotto in proprio uno studio che elabora – aggregandoli per aree e per gestore per poi acquisire le valutazioni Ait sugli investimenti programmati sulle reti – i dati Istat dell’ultimo censimento acque per uso potabile, quello diffuso a fine dicembre 2017 su rilevazioni condotte nel 2015.
«Sono gli ultimi dati ufficiali disponibili – spiega Marchetti – e sono dati nazionali. Noi però abbiamo scorporato quelli della Toscana, comune per comune, e poi li abbiamo riaggregati in data set provinciali e per gestore. Da qui alle pianificazioni degli investimenti che condurranno in molti casi alla scadenza dell’affidamento, abbiamo incrociato con i piani di gestione e le valutazioni espresse dall’Autorità idrica. Perché mi sono messo a far di conto in questa maniera? Ma perché appunto l’affidamento del servizio idrico integrato corre verso le scadenze ed è doveroso aprire un ragionamento efficace sulla materia».
Fin qui metodo e motivo, e il risultato generale è quello di cui sopra. Poi c’è il dettaglio che nella forbice segnata da Montelupo Fiorentino e Capraia e Limite vede percentuali di dispersione che collocano Empoli, il comune maggiore, al 32,44% e poi via via Montaione al 32,51%, Cerreto Guidi 30,32%, Castelfiorentino 30,31%, Gambassi Terme 28,18%, Montespertoli 24,74%, Fucecchio 24,02%, Certaldo 23,71% e Vinci 22,92%. «La performance d’area è tra le migliori – osserva Marchetti – e va di pari passo con un livello di investimenti sulla rete da parte del gestore Acque Spa che l’Autorità idrica valuta come “livello manutentivo e di sostituzione degli assets soddisfacente e superiore alle medie toscane”. Forse non è un caso».
«A sinistra – riflette il Capogruppo di Forza Italia – sento parlare di ripubblicizzazione. Anche io mi colloco su questa posizione, non foss’altro che nel rispetto dell’esito del referendum con cui i cittadini hanno espresso questo tipo di volontà. Ma acqua pubblica può voler dire tante cose. Il modello di holding regionale prospettato dal presidente della Regione Toscana Enrico Rossi non ci convince: un nuovo carrozzone poco funzionale e che magari diventi parcheggio per qualche politicante dismesso noi non lo vogliamo. L’acqua è un bene delicato, una risorsa non infinita, e le reti hanno bisogno di interventi d’urto veloci per contrastare livelli di dispersione tanto elevati. Bisogna soppesare tutti i modelli di gestione che le normative mettono a disposizione per individuare tutti insieme quello migliore per la Toscana. Io ad esempio ho studiato un po’ il tipo di gestione che a Parigi si è rivelato efficace in termini di abbattimento tariffario e investimenti sulle reti. A livello comparativo, è un sistema che per le nostre normative potrebbe dirsi affine a quello dell’Agenzia speciale prevista dall’articolo 114 del Testo unico degli enti locali. Non sposo una tesi: fornisco uno spunto. Su materie come queste nessuno deve innamorarsi ideologicamente delle vie facili. Pensiamoci con serietà, informiamoci e poi la maggioranza ci dia una proposta su cui lavorare e riflettere. Noi qualcosa da dire l’avremo, ma la responsabilità è prima di chi governa».
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