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LUCCA: Ospedale, Marchetti (FI) apre l’orizzonte d’analisi: «Ma posti letto a parte, l’attività di cura marcia a pieno regime o no?»

«Posto che gli ospedali nati col pacchetto project che oltre a Lucca comprende anche Prato, Massa e Pistoia si stanno tutti rivelando troppo piccoli, tanto che a Prato se ne ipotizza l’ampliamento, ma ciò detto: proviamo ad allargare l’orizzonte dell’analisi sul San Luca di Lucca varcando il confine del numero dei posti letto per capire se la macchina-cura, nel suo complesso, funzioni o meno a pieno regime. Voglio dire: ci sono abbastanza medici? Infermieri? Personale sanitario? L’attività di sala, quella chirurgica, marcia come si deve? Qual è la degenza media dei pazienti? E’ in linea con quanto dovrebbe e quella degli altri ospedali della Toscana? E quando il paziente lascia l’ospedale, trova a prenderlo in carico una rete di assistenza e cura adeguata? La sanità è un sistema, e a Lucca l’impressione è che la coperta sia corta in ospedale quanto sul territorio»: la riflessione è del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti.

            Marchetti ieri era tra coloro che hanno effettuato il sopralluogo nel nosocomio lucchese assieme ad altri rappresentanti politici, civici e dei comitati: «Ho preso atto di qualcosa che già sapevo e che affligge tutta la Toscana non da ora: taglia taglia, la sanità targata Enrico Rossi prima assessore con delega alla materia e poi governatore è scesa diffusamente al di sotto dei parametri previsti dal decreto Balduzzi. Si è raschiato il fondo del barile. E questa purtroppo è la situazione. Venendo a Lucca, poi, la notte ha portato consiglio e ho pensato: ci stiamo concentrando sulla quantità di letti nell’ospedale; ma la macchina, nel suo complesso, ha benzina in termini di risorse umane e capitale medico per marciare come si deve? O se io anche aggiungessi ‘tot’ letti poi magari non ci sarebbe chi ne gestisce efficacemente gli occupanti in termini sanitari?»

            In sostanza Marchetti riflette sul modello: «Si è scelto il modello per intensità di cura – incalza – ma la cura poi va data. Ecco, al di là delle pecche logistiche la mia convinzione è che ci sia dell’altro. Ad esempio piante organiche non adeguate a far girare il meccanismo come dovrebbe. Non vorrei che guardassimo il dito dell’arredamento e non si badasse alla luna di un modello che non funziona perché magari è vittima di smagliature nella rete di assistenza territoriale o di piante organiche squilibrate rispetto al bisogno. Perché una cosa è sicura: l’ospedale San Luca di Lucca il bisogno di assistenza e cura espresso dal suo bacino di utenza non lo soddisfa. Per risalire la china vanno presi in considerazione più aspetti».

 

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