Bussano alla porta? A Piano di Mommio, frazione di Massarosa, prima di aprire meglio guardare dallo spioncino: potrebbe infatti essere uno dei tanti cinghiali che raggiungono serenamente l’abitato in cerca di cibo. Preoccupazione tra i residenti, ma non solo: «All’inseguimento degli ungulati ci sono i loro predatori naturali, ovvero i lupi. Trovarsi in giardino anche loro a seguito di qualche avventuroso cinghiale, come già successo in alcune zone della Garfagnana, non sarebbe affatto strano. Questi i risultati dell’incapacità della Regione di gestire la fauna selvatica», attacca il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che da mesi incalza la giunta toscana sul proliferare della fauna selvatica invocando la redazione del Piano faunistico venatorio regionale che manca ormai da anni.
«La catena alimentare non ammette incertezze: l’ungulato è e deve rimanere alimento prevalente della dieta del lupo. Quel che non deve accadere, e che non accadrebbe se da parte della Regione ci fosse stato nel tempo un corretto governo della fauna selvatica e della sua presenza sui territori, è che i pasti avvengano a ridosso delle case».
«Sugli ungulati e sui selvatici in generale si continua a procedere con piani specifici e puntuali che, è sotto gli occhi di tutti, non producono risultato. Così cinghiali & Co. sono sempre più confidenti e spinti a inoltrarsi nell’abitato in cerca di cibo facile. Questo è già pericoloso, perché si tratta pur sempre di selvatici. Ma c’è un di più di rischio di prospettiva – ammonisce Marchetti – perché nel loro peregrinare nei perimetri urbani gli ungulati si portano dietro i loro predatori naturali. Ma la colpa non è degli animali: è degli uomini incapaci di gestire il fenomeno».
Marchetti entra nel dettaglio: «La Regione ha lasciato che gli ungulati proliferassero a dismisura sul territorio toscano. I piani di abbattimento sono giunti tardivi, e questi animali sono in flagrante sovrannumero rispetto alle capacità dei nostri territori boschivi di nutrirli. Così cinghiali, caprioli, daini e altri ungulati sempre più di frequente si spingono nelle aree antropizzate. Devastano i raccolti degli agricoltori, compresi i vigneti di pregio, e si avvicinano ai cassonetti dove trovano cibo facile per loro e per i loro cuccioli. In questa attività, però, sono inseguiti dai loro predatori naturali, lupo in primis. La dieta naturale del lupo è a base di ungulati. In Toscana come altrove, il lupo è stato reintrodotto in habitat boschivo anche allo scopo di contenere la presenza di ungulati, ma ormai la situazione era già fuori controllo. Se in quell’area non si interverrà oggi sugli ungulati, ci si troverà domani il lupo a banchettare per le vie. Ovvio, è la natura. Non comprendo cosa si aspetti ad attivare misure efficaci che impediscano questa deriva».
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