“In questi ultimi giorni le cronache locali hanno affrontato in più occasioni argomenti quanto mai spinosi legati ad avvisi di garanzia a medici e infermieri della sanità maremmana”.
A dichiararlo è Elisabetta Ripani, deputata grossetana di Forza Italia.
“La giustizia deve fare il suo il corso e non compete a noi entrare nel merito delle indagini – spiega la deputata-. Il problema in questi casi, che si tratti di medici o altri privati cittadini, è che agli occhi dell’opinione pubblica ‘indagato’ o ‘imputato’ significa automaticamente ‘colpevole’ senza neanche attendere l’esito dei tre gradi di giudizio. Spesso la mentalità giustizialista si sostituisce a quella garantista che è stabilita in costituzione (articolo 27, ‘presunzione di innocenza: l’imputato è considerato non colpevole fino a condanna definitiva’): i processi si fanno più in piazza alla ricerca di un colpevole a tutti i costi che in tribunale, e così finisce che il soggetto che ritrova il proprio nome sulla stampa e in tv, nonostante sia rispettato il diritto di cronaca, avverta come infangato il proprio nome e il proprio onore prima ancora che il processo abbia luogo, tanto da rendere irrilevante la notizia di una successiva archiviazione o assoluzione poiché considerato colpevole a priori.
E questo riguarda tutti indistintamente: medici, professionisti, politici e normali cittadini”.
“Diventa inevitabile così che un medico lavori male e che la popolazione lo guardi con sospetto, incrinando il rapporto di fiducia medico/paziente che è la base del complesso percorso di cura, dovendogli affidare la propria salute o la cura dei propri cari con un’indagine in corso, quando poi magari è tutto un fuoco di paglia, o magari no, ma solo la magistratura può sentenziare.
Forza Italia da sempre è garantista e comprende i disagi che subiscono i medici, la difficoltà nel lavorare senza serenità che si aggiunge oltretutto a condizioni lavorative pesanti, frutto di scelte sbagliate dell’azienda sanitaria, rendendo la situazione del tutto insostenibile nel suo complesso – termina Elisabetta Ripani -. Serve un cambio di mentalità, serve soprattutto recuperare i principi dello stato di diritto e archiviare la cultura del sospetto. Solo così la cronaca non si trasformerà in gogna e i cittadini saranno liberi da pregiudizi”.
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