«Una performance sulla spesa farmaceutica ospedaliera che migliora di 0,16 punti percentuali appena nel 2018 sul 2017 ma per dati sulla spesa farmaceutica comunque non omogenei, visto che quelli dell’anno scorso coprono solo il periodo tra gennaio e ottobre. Tra questo, le scorte di magazzino assottigliate e il fatto che con le nuove molecole meno costose una spesa affine non implichi certo minor consumo di farmaci beh: non siamo tranquilli»: ad affermarlo è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale MaurizioMarchetti che così analizza la risposta ricevuta in forma scritta alla sua interrogazione sui flussi di spesa per i farmaci in Toscana e sulla presenza o meno di black list per gli stessi.
«L’assessore ci scrive che di black list non ve ne sono – prosegue Marchetti – ma leggere che “per i farmaci non innovativi viene fatta una valutazione HTA (Health Technology Assessment, ndr) qualora si presenti il bisogno terapeutico” pone una evidente canalizzazione della scelta prescrittiva per il medico, comprimendone fortemente la libertà di scelta terapeutica e orientandola a favore del farmaco più tempestivamente disponibile».
Marchetti si aspettava ben altri dati: «Non più tardi del 13 marzo scorso – richiama – presentando l’accordo con i dirigenti medici Rossi affermava: “In questi ultimi anni, senza far mancare nulla, anzi usando farmaci innovativi e arrivando anche all’eradicazione dell’epatite C, abbiamo risparmiato sulla spesa farmaceutica, risparmio che ha consentito un risultato importante di risorse per 70-80 milioni di euro”. O il governatore ha preso un colpo di fresco, come si sarebbe portati a pensare dalla dichiarazione sull’epatite C, o davvero i dati fornitici dall’assessorato individuano tutto men che una simile tendenza, ecco. Proprio tutt’altri numeri».
Ed eccoli, i numeri che vedono la Toscana sempre oltre il tetto di spesa farmaceutica ospedaliera fissato a livello nazionale, il 6,89% del fondo sanitario regionale, con un lieve miglioramento: «Il 2017 trova il livello regionale di spesa di settore al 9,72%, mentre tra gennaio e ottobre 2018 arriva al 9,56%. E’ poca cosa e non è comparabile, sono due mesi in meno. La giunta ci fornisce poi, per il 2018, un consolidato con risparmio rispetto all’anno precedente quantificato in oltre 22 milioni, ma rispetto a un ordine di grandezza complessivo della spesa che, avendo il report Aifa 2018 ancora parziale, viaggia sui 600 milioni di euro, per intendersi. Briciole quindi, e comunque una cifra ben lungi da quella accampata da Rossi».
Poi ci sono le scorte di magazzino: «Sono state ridotte – illustra Marchetti – e alla riorganizzazione dei magazzini Estar la giunta attribuisce un recupero di 26 milioni di euro. Bene. Razionalizzare le giacenze è buona prassi. Occhio agli indici di rotazione, però…»
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