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PISTOIA: Pronto soccorso, dimissioni col conto e diagnosi contraddetta; Marchetti (FI): «Doppia beffa e anche il danno. La Regione si giustifichi e si scusi»

«Gli operatori sanitari che lavorano in ospedale, e soprattutto nei pronto soccorso, sono massacrati da carichi di lavoro abnormi per responsabilità dei governi regionali di sinistra e Pd che, negli anni, si sono rifiutati di assumere e stabilizzare quando si poteva e si doveva e mentre Forza Italia lo chiedeva a gran voce. Ciò alza i margini di errore, evidentemente. Tutto ciò però non rende più accettabile quanto accaduto all’ospedale di Pistoia dove una nonnina non solo è stata dimessa dal pronto soccorso con in calce il costo, 264 euro, sostenuto dall’azienda per curarla. Ma a quanto riferiscono i familiari la lesione femorale e tendinea sono state diagnosticate solo successivamente e altrove, in un centro privato. La Regione su questo si deve giustificare e scusare con questa paziente fragile tra i più fragili, dato che ha 88 anni. Quale modello sanitario e sociale valido non sa più prendersi cura dei propri anziani? Ma dove siamo?» Ad arrabbiarsi è il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti.

Sul caso delle dimissioni con listino prezzi in calce Marchetti era intervenuto subito, martedì, anche con un’interrogazione in cui chiedeva spiegazioni domandando alla Regione «se non ritenga inaccettabile, di fatto e di diritto, che incapacità di governance nelle politiche sanitarie, in particolare degli ultimi venti anni, debbano limitare il cittadino nell’esigibilità dei propri diritti ad assistenza e cura» e «se intendano perseverare in azioni e campagne di dissuasione del malato a recarsi in pronto soccorso, pur in assenza di valide alternative territoriali di risposta ai bisogni di assistenza e cura in fasi acute (reali o autopercepite come tali da parte del cittadino)».

Oggi però torna alla carica: «Alla mia interrogazione la giunta risponderà secondo i tempi regolamentari – osserva – ma intanto sapere che a questa anziana paziente è toccata anche la beffa di un nuovo iter diagnostico, per di più con esiti differenti da quello dell’ospedale San Jacopo di Pistoia mi lascia l’amaro in bocca.

«Per ricevere assistenza e cura – osserva Marchetti anche nella sua interrogazione – i cittadini già pagano le tasse. In più, chi non sia esente partecipa alla spesa sanitaria con un ticket che in Toscana è tra i più esosi d’Italia. Rete territoriale di cura non ce n’è. E quindi chi si sente male cosa dovrebbe fare? Limitarsi agli scongiuri? Non è un sistema degno della nostra civile Toscana, e a ridurlo così sono state le politiche restrittive e strettamente modulate sui costi attuate da Rossi e dall’intera maggioranza regionale: Pd e sinistra. Per poi scoprire che i conti non tornano ugualmente. Hanno fatto un disastro».

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