Tante, troppe criticità nel funzionamento della Ausl unica di Romagna. Va all’attacco Simona Vietina, sindaco di Tredozio e deputata di Forza Italia, su quella “creatura del Pd” che non sta producendo i risultati promessi in termini di servizi e di efficientamento.
“Mi preme ricordare – dice Vietina – che sono stata investita di doppio mandato, prima come sindaco dagli elettori di Tredozio e successivamente come deputato con 53.756 voti, sono quindi un rappresentante del popolo, sono eletta e non nominata come il direttore generale della AUSL, il quale facendo l’appello alla CTSS mi bacchetta per il numero delle presenze. Non sapevo di questa aggiuntiva funzione di “addetto agli appelli di classe”. Voglio ricordare che in data 23 giugno 2017 alla CTSS erano presenti 37 sindaci su 73 e nella seduta del 14 maggio 2018 ne erano presenti 25. Sorprende che il sindaco Lucchi non faccia la valutazione della scarsa presenza degli amministratori ma con molta superficialità dichiari che la politica di questa azienda è l’espressione di 73 sindaci che i verbali dicono essere presenti solo in parte. Voglio ricordare al sindaco Lucchi che la conferenza, continuando a reggersi su un politburo di sovietica memoria, che vede i sindaci dei capoluoghi membri dell’ufficio di Presidenza insieme ai presidenti delle Province (che in alcuni casi sono la stessa persona) uniti ai presidenti dei comitati di Distretto, è espressione sempre dei quadrumviri, regolano a loro piacimento la conferenza stessa e non paghi si sono divisi anche le cariche di vicepresidenti.
Credo che il modo di condurre l’ufficio di presidenza sia tutto tranne che una espressione democratica, tant’è che i piccoli comuni che nel loro complesso rappresentano ben oltre il 50% della popolazione sono di fatto esautorati e relegati al rito di una conferenza che si riunisce un paio di volte all’anno sulla quale non hanno nessuna reale possibilità di incidere, se non per un qualche operatore o per un’ambulanza che ogni tanto a giorni alterni viene mandata a copertura del territorio. La ripartizione all’interno della CTSS è stata fatta allo stesso modo della ripartizione azionaria di Hera, dove i grandi comuni complici anche le unioni, la fanno da padrone con la maggioranza “azionaria” e alle piccole realtà del territorio sono concesse solo le briciole, quando non spariscono anche queste”.
Non risparmia critiche anche sul tema del personale. “Alla fine del 2017 – ricorda la deputata – il personale impiegato presso la AUSL della Romagna risultava costituito da 15.066 dipendenti con un aumento di 626 unità rispetto al 2015, quindi rispetto a 2 anni prima. Di queste 626 unità (in due anni ) non ci viene assolutamente detto nulla della tipologia e cioè quanti amministrativi, quanti tecnici, quanti infermieri, quanti medici. Si dà in pasto un numero che nella componente totale dei dipendenti dice poco o nulla perché non chiarisce quanto questo numero garantisca il turnover e soprattutto quanto questo numero sia stato di giovamento al sistema.
Ma quanti operatori appartenenti a questo numero sono precari stabilizzati, quanti hanno sostituito i pensionati? Il direttore amministrativo nel verbale del 14 maggio 2018 ci dice “che all’interno di questo dato si colloca anche quello sulla nomina di nuovi direttori di Unità operativa: 38 negli ultimi due anni a cui si aggiungeranno numerosi altri nei prossimi mesi”; (non vi è nulla di più incerto e poco significativo del termine numerosi altri). Sempre nella predetta relazione l’uomo del PD, Tonini si sofferma “sulle figure primariali” e ricorda che in poco più di tre anni sono stati nominati 40 direttori di struttura complessa. Ma quanti sono andati a coprire i pensionamenti? Quante fughe verso altre aziende “più vivibili”? Sarebbe interessante anche conoscere il dato del contenzioso sul lavoro pendente di fronte alla magistratura del lavoro che oppone dipendenti e Azienda AUSL. Non essendo un’esperta di semantica chiedo: queste strutture primariali sono del settore medico o di altri settori? Nel verbale si legge anche da qui alla fine dell’anno se ne nomineranno verosimilmente un’altra quindicina. Queste parole dimostrano come non esista nessuna programmazione e la navigazione della barca AUSL procede esclusivamente a vista”.
Infine l’affondo sull’ospedale di Cesena. “Chiedo al Sindaco Lucchi – conclude – di indicarmi quale parte del bilancio regionale, oppure la delibera della RER, oppure qualunque documento programmatico della stessa regione, ove si possano leggere le entità degli investimenti che la Regione intende fare per questa nuova struttura, perché attualmente l’unico documento che contiene qualcosa sugli investimenti dell’ospedale di Cesena è la delibera del bilancio preventivo della AUSL Romagna che, già validata, dovrà essere presentata in CTSS del 14 giugno, dove si legge un importo di 156.236.000 euro a carico quindi della AUSL della Romagna quindi pagati dai Romagnoli. Aiutare la famiglia cesenate alla costruzione del nuovo ospedale non vede assolutamente la mia contrarietà, però sia chiaramente detto che questo ospedale verrà eretto col contributo di tutti i romagnoli, un ospedale della Romagna eretto per i cittadini e non per celebrare la memoria futura del sindaco di quel territorio. Sarebbe poi utile sapere negli ultimi dieci anni quanti soldi pubblici abbiamo messo nella struttura dell’attuale Bufalini, la quale non è neppure in regola, sembra, con le leggi antisismiche. Questo ci serve anche per capire quale sia stata la programmazione del sindaco Lucchi nei confronti dell’idea del nuovo ospedale di Cesena, ma soprattutto serve a capire se questa sia stata una idea estemporanea concepita a fini elettorali per far uscire Cesena dalla sua situazione economica ormai asfittica. Finché i mausolei li costruivano i Malatesta hanno fatto dell’arte, quando il male della pietra colpisce i sindaci moderni fanno solo culto della personalità”.
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