Il senatore Massimo Mallegni fino alle 5 del mattino in seduta per mettere ai voti l’emendamento contro gli accorpamenti illustrato a Lucca nei giorni scorsi
«L’avevo annunciato durante la campagna elettorale recandomi davanti alla Camera di commercio di Lucca insieme all’amico Maurizio Marchetti, e stanotte ho fatto l’alba in Commissione Bilancio del Senato per portare ai voti l’emendamento al decreto rilancio contro la riforma degli enti camerali e il loro accorpamento. Le nostre non sono promesse preelettorali, siamo quelli che passano dalle parole ai fatti. Purtroppo al governo c’è una maggioranza che rifiuta il buon senso e non vuole aborgare questa riforma assurda che ad esempio a Lucca impatta su un territorio vasto, vario e variamente caratterizzato che necessita di supporto vicino, diffuso e specifico»: lo afferma il senatore di Forza Italia Massimo Mallegni, coordinatore regionale degli Azzurri toscani, reduce da una autentica maratona romana da cui è uscito all’alba ma col suo emendamento votato. Respinto, ma votato.
«La riforma cosiddetta ‘Renzi’ sul riassetto delle Camere di commercio impoverisce territorio e imprese – ha ricordato Mallegni intervenendo in Commissione a Palazzo Madama – e noi abbiamo fatto di tutto, negli ultimi due anni e mezzo per quanto mi riguarda, per limitare i danni prodotti, modificare il testo e soprattutto portare avanti l’obiettivo di abrogarla. Intanto alcune Camere di commercio sono state accorpate forzosamente, mentre altre hanno presentato ricorsi ancora pendenti. Bisogna tornare indietro sugli accorpamenti già fatti e imporre lo stop a una riforma che distrugge una tra le poche attività istituzionali presenti sui territori che funzionavano offrendo servizi alle imprese».
Così introdotto, l’emendamento 61.9 che procedeva in questo senso è andato ai voti: «Con questo voto voglio che rimangano evidenti le responsabilità di ciascuno. Andando avanti con la riforma questa maggioranza a quanto pare non intende abrogare – ha proseguito Mallegni – il diritto camerale tornerà addirittura al doppio di quel che si pagava prima. Le imprese lo sanno. La cosa incredibile è che in questa maggioranza il M5S si sia sdraiato su una riforma che aveva avversato per anni. Si vede che quella posizione era falsa, visto che alla prova del voto manca poi il coraggio per smonare un provvedimento dannoso per territorio e imprese».
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