“I referendum del Veneto e della Lombardia rappresentano una seconda vittoria dei territori verso una visione centralista dello Stato, avvenuta a poco meno di un anno di distanza da quella del referendum costituzionale”. Così Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia, commenta il risultato delle consultazioni popolari. “E’ la conferma – prosegue l’esponente azzurro- che le riforme devono partire da una riscoperta delle specificità come elemento di ricchezza, dal rispetto delle identità e non dalla sopraffazione delle stesse. Se il giorno dopo il voto il Veneto rivendica i 9/10 delle tasse, la Sardegna deve affrontare la sfida autonomista anziché continuare a subirla per chiedere anzitutto il rispetto di quanto già previsto nel nostro Statuto e soprattutto un rilancio della nostra specialità che incida nel quotidiano dei diritti dei sardi e principalmente sui trasporti, la zona franca, l’energia, la cultura. L’attuale maggioranza di centro-sinistra non ha voluto cogliere il segnale forte lanciato dal popolo sardo, che nel 2016 ha espresso un dissenso alla riforma centralista di Renzi ancora più marcato rispetto a quello rilevato a livello nazionale e che ha svergognato la linea arrendevole di un presidente della Regione che ha rinnegato la nostra storia autonomistica. Lo stesso presidente Pigliaru che con l’accordo disonorevole del 2014 si è fatto soffiare 3 miliardi e mezzo di entrate dovute dallo Stato alla nostra terra. Questa è una partita – sottolinea Cappellacci-, che bisogna giocare all’attacco, se non vogliamo che la nostra isola, sia relegata ad un ruolo marginale. Si apre una stagione che deve portare alla Terza Repubblica e che deve condurre a costruire una nuova Autonomia per rendere la Sardegna più forte in Italia e in Europa. Chi, come il centro-sinistra isolano, non ha compreso questo passaggio o non lo vuole comprendere perché concentrato sui posizionamenti e sulle tattiche di palazzo, rischia di provocare danni incalcolabili alla nostra terra. Pigliaru e i suoi hanno deposto la bandiera autonomista – ha concluso Cappellacci-, è ora di riprenderla e di contribuire ad avere più Sardegna in Italia e in quell’Europa che deve diventare l’Europa dei popoli sognata dai nostri padri e dai nostri nonni”.
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