«“Perché mai spendere meno di 1 milione di euro per mettere in sicurezza sismica e a norma l’ex Monoblocco di Carrara, quando posso spendere 3 milioni per ristrutturarlo? E dopo che l’ho ristrutturato sai che c’è? Già che siamo a pochi mesi dalle elezioni regionali io quasi quasi lo butto giù e glielo ricostruisco con altri 10 milioni, tanto sono soldi pubblici…” ecco io davanti a una Regione che sull’ex ospedale di Carrara deve aver ragionato più o meno in questi termini alzo le braccia. Anzi: alzo carta penna e calamaio e interrogo la giunta toscana per sapere secondo quale razionale di oculata gestione della spesa pubblica abbia assunto simili decisioni. Che poi, decisioni: dove sono le carte?»: la riflessione sul filo del paradosso è del Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che da giorni segue annunci e prese di posizione sull’ex Monoblocco di Carrara, oggi Centro polispecialistico Sicari a seguito di una ristrutturazione conclusasi a gennaio 2017 dopo 3 milioni circa di spesa e con un’inaugurazione in grande spolvero alla presenza di autorità e vertici sanitari e istituzionali.
«E ora ecco, si annuncia di voler demolire la struttura appena aperta per ritirarla su da capo con altri soldi. Motivo? L’adeguamento sismico. Ma questo problema di staticità, reale, era noto fin dal 2009. La perizia realizzata dallo Studio Speri di Roma indicava anche delle prescrizioni per rimettere a norma l’edificio con spesa irrisoria, se guardata col senno del poi: 750mila euro di costi vivi più altri oneri accessori. Si sarebbe andati sul milione. No, non lo si fece, si ristrutturò. Perché?» questo non è che uno dei quesiti che Marchetti rivolge alla giunta toscana col suo atto nel quale ricostruisce la storia e le contraddizioni sulle scelte che hanno orientato negli ultimi anni gli investimenti sul Monoblocco.
«Io qui sento odor di proclama elettorale – incalza il Capogruppo di Forza Italia – da parte di un Pd che dalla sanità di quella zona ha molto da farsi perdonare, in primis un crac e poi una riconfigurazione complessiva della geografia sanitaria a seguito del project con cui si è realizzato il Noa che si è rivelata lenta, discutibile, piena di ostacoli realizzativi. E allora avranno voluto lanciare il messaggio ‘vi rifacciamo la sanità tutta nuova di pacca’, tenendo in assoluto spregio quel che l’immobile dell’ex ospedale rappresenta per l’identità cittadina di Carrara e della sua comunità. Insomma, un maldestro boomerang che ha generato la rivolta di una città che si è sentita colpita nella propria identità collettiva frutto anche della stratificazione urbanistica. Elio Tocco docet. Come opposizione dovremmo ringraziare sentitamente, invece da persone responsabili ci preoccupiamo di come e perché si programmino le spese di denaro pubblico, di evitare sperperi e possibilmente di preservare edifici percepiti come patrimonio collettivo oltre che in senso materiale, anche che nella declinazione di memoria, cultura ed esperienza condivisa».
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