Un’economia in frenata che ci rende il fanalino di coda delle regioni del nord Italia e una crescita demografica lenta che nei prossimi anni aumenterà del 50% gli over 75: è la fotografia oggi di un Piemonte che ha bisogno di un cambiamento, di un’altra velocità. Per farlo le parole chiave saranno: autonomia, fondi europei, delegificazione e sburocratizzazione. I quattro punti cardine del Piano strategico di rilancio del nostro territorio che, nella futura Giunta regionale che la coalizione di Centrodestra si candida a guidare, avranno una delega specifica.
«Per candidarsi a governare bisogna essere chiari e noi vogliamo dire ai piemontesi sia quelle che riteniamo le priorità per il nostro territorio, ma anche dove andremo a prendere i soldi per realizzarle. E non sarà dalle loro tasche – sottolinea il candidato alla presidenza della Regione, Alberto Cirio -. I cassetti a cui attingere oggi non possono che essere due: quello dell’autonomia, ricontrattando con Roma, in modo meno timido rispetto a quanto ha fatto la Giunta uscente, le materie e le risorse da gestire direttamente per il Piemonte. E poi i fondi europei, che oggi usiamo poco e con troppa lentezza e su cui metterò a frutto tutta l’esperienza maturata in questi miei ultimi cinque anni a Bruxelles, al Parlamento europeo. Infine meno burocrazia e meno leggi per una Regione che non sia di ostacolo, ma “amica” e al servizio di cittadini, imprese ed enti locali. Io, se i piemontesi mi daranno fiducia, vorrei essere ricordato non come il presidente che avrà fatto più leggi, ma come quello che le avrà tolte».
Per accedere in modo più efficace ai Fondi europei si punterà a una lobby Piemonte a Bruxelles, un gruppo di lavoro in cui riunire grandi aziende internazionali, associazioni di categoria, istituzioni, università e mondo accademico, con l’obiettivo di scrivere insieme all’Ue le linee guida della futura programmazione.
In testa alle priorità la necessità di far ripartire l’economia e attrarre sul territorio investimenti industriali e risorse giovani. Per farlo verranno messe in campo misure straordinarie come l’esenzione dell’Irap per tutte le imprese che apriranno in Piemonte una nuova attività o che la trasferiranno da altre regioni o stati esteri. Parallelamente tutti i neo-residenti potranno godere dell’abbattimento dell’addizionale regionale Irpef, se decideranno di costruire il proprio futuro nel nostro territorio, aprendo qui una nuova attività. In entrambi i casi, la misura delle agevolazioni sarà ispirata ad un criterio di proporzionalità rispetto al numero degli addetti che verranno assunti in Piemonte.
Saranno incentivate le attività commerciali all’interno del centro urbano e investite risorse per riqualificare le aree mercatali, oltre all’abbattimento dell’Irap quinquennale per le start-up commerciali nei centri storici a forte rischio di desertificazione e un alleggerimento della fiscalità per il commercio di vicinato.
Per l’agricoltura una maggiore velocità nell’attuazione dei Psr (Piani di sviluppo rurale) e la necessità di ristudiare il sistema dei pagamenti.
Vanno riscritte inoltre le norme per il riuso edilizio, eliminando gli eccessi normativi come l’inutile massa di valutazioni ambientali strategiche.
Priorità alla salute: oggi il 3% dei cittadini piemontesi rinuncia alle cure. Servono misure per potenziare il personale medico e sanitario. È necessario integrare maggiormente gli ospedali tra loro e con il territorioe dare attuazione alla legge sull’assistenza domiciliare. Ripartire dal paziente: i medici di medicina generale saranno il fulcro del sistema territoriale di prevenzione, accanto a un nuovo patto pubblico-privato per ridurre le liste d’attesa.
Sosterremo i più fragili: i bambini, gli anziani e i disabili. Aiuteremo le famiglie con incentivi e strumenti di conciliazione e un bonus bebè mensile dalla gestazione fino al terzo anno di vita. Sostegno anche ai lavoratori in difficoltà con misure specifiche per chi vive il dramma del licenziamento dopo i 50 anni.
Sulle case popolari si lavorerà a una nuova legge regionale che finalmente non discrimini gli italiani nell’assegnazione degli alloggi e verrà potenziato il principio dell’autorecupero, in vigore da anni ma attualmente scarsamente utilizzato. Gli assegnatari potranno eseguire di tasca propria i lavori all’interno dell’alloggio e recuperare poi, sui successivi canoni d’affitto, i costi sostenuti.
Le infrastrutture sono determinanti per il futuro del Piemonte: Tav, Asti-Cuneo, Terzo Valico, Tunnel del Tenda e Pedemontana non sono opere che possono essere messe in discussione. Sosterremo il sistema regionale della logistica, ma serve anche un vero e proprio Piano Marshall per le strade ordinarie che oggi cadono letteralmente a pezzi.
Fondamentale, poi, garantire i servizi minimi del trasporto locale a tutto il territorio regionale. Vanno rivisti i contratti di programma con Trenitalia ed Rfi ed è necessario dialogare con TreNord: i pendolari hanno diritto ad avere treni puntuali, puliti e sicuri. Priorità anche allo sviluppo di percorsi ciclabili e della mobilità dolce.
Sul fronte ambientale vogliamo un Piemonte green, ma superando l’approccio catastrofista e vincolistico fine a se stesso. Serve un piano pluriennale di interventi strutturali per la qualità dell’aria, investendo sull’ammodernamento del parco veicoli regionale e dei sistemi di riscaldamento. Si andrà però incontro a chi ha un reddito Isee basso, con deroghe al blocco delle auto e misure specifiche per coloro che hanno difficoltà ad acquistare una nuova auto.
Incrementare i livelli di raccolta differenziata è un altro degli obiettivi, gestendo i rifiuti urbani in una logica di economia circolare e puntando sulla tariffa puntuale: ogni cittadino pagherà solo i rifiuti che realmente produce.
La concertazione sarà alla base anche della definizione della futura offerta formativa, concordando con il tessuto produttivo una proposta in grado di aderire alle aspettative delle imprese e collegare realmente la scuola al mondo del lavoro. Priorità anche alla sicurezza con un Piano di edilizia scolastica per edifici che siano anche più confortevoli e attenti al risparmio energetico.
Sicurezza poi sul territorio, ripristinando la Conferenza regionale sulla sicurezza integrata e destinando più risorse alla polizia locale, spesso il primo presidio di tutela urbana. Ma anche riorganizzando con linee guida semplici e chiare la Protezione civile.
Inoltre, per contrastare gli abusi sui più deboli, incentiveremo l’introduzione di telecamere di sorveglianza nei condomini, negli esercizi commerciali, ma anche nelle strutture socio-assistenziali, gli asili e le scuole materne.
Tra le priorità anche la promozione della cultura come volano per l’economia, investendo sui beni museali e culturali e sui grandi eventi, senza dimenticare anche il cuore delle manifestazioni popolari che verrà tutelato attraverso un dispositivo “Salva Tradizioni”, con corsi di formazione sulle misure di sicurezza e i finanziamenti per le strutture fisse e le attrezzature.
Per il turismo necessario partire subito con un Piano strategico, riorganizzando le Atl non su un principio geografico, ma come agenzie di prodotto turistico omogeneo, e riavviando gli investimenti per l’accoglienza assegnando le risorse, però, solo alle strutture che hanno una effettivadestinazione turistica e non di altre forme di accoglienza.
Il 5% del fondo sanitario regionale per la prevenzione deve essere dedicato allo sport.
Costituiremo un tavolo tecnico e utilizzeremo i fondi europei per la riqualificazione di edifici dismessi da destinare all’attività sportiva e creeremo una Sport Commission sui grandi eventi per aiutare il sistema a progettarli e trovare le risorse per realizzarli. Va poi riconosciuta la figura del volontario sportivo, favorendone la copertura assicurativa.
Infine, in una regione che porta i monti nel suo nome, una attenzione particolare andrà alla montagna con bandi dedicati e la richiesta allo Stato di più autonomia per le nostre vette alpine.
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