“Serve una ripartenza, graduale, in tutta sicurezza, ma che rimetta in moto l’economia. Con il grande pasticcio dei codici Ateco, ad esempio, ad Arezzo le 1.200 imprese dell’oreficeria (primo distretto europeo) e le 800 imprese della Moda sono quasi tutte in ’lockdown’. Considerando che questi settori, come molti altri dell’impresa ed industria italiana, operano prevalentemente in ambito internazionale – la Provincia di Arezzo e’ la seconda in Italia per intensita’ di export in rapporto alla popolazione -, la situazione attuale regala quote di mercato enormi ai competitors stranieri, localizzati in aree dove si continua a lavorare, come ad esempio in Turchia ed altri paesi. Le nostre produzioni dei settori oro e moda, in particolare, si indirizzano poi ad una fascia alta di consumatori stranieri residenti in paesi economicamente performanti, produzioni quindi destinate nel medio periodo a riprendere un trend di crescita prevedibilmente positivo, purche’ si possa riprendere a lavorare prima possibile. Occorre metodo, ragionevolezza, buon senso e sopratutto tempestivita’, e decisioni chiare anche sul piano dei modelli normativi per la riapertura ed i protocolli operativi, compresa la “app” (europea) che dovrà seguire gli spostamenti delle persone per ricominciare a lavorare.
Per le aziende ad alta vocazione internazionale, basterebbero dei protocolli di sicurezza prevedenti, per esempio, una diversa organizzazione del lavoro, articolata su piu’ turni per evitare sovra affollamenti; dispositivi di protezione individuali; igienizzazione frequente dei locali; termoscanner in ingresso e uscita; verifiche periodiche sulle linee di produzione; sostegni pubblici mirati con risorse dedicate per servizi alle imprese. Ragioniamo subito su come far ripartire oro, moda ed imprese ad alta vocazione internazionale, non regaliamo il futuro ai nostri competitors. Le attuali strategie di politica estera ed economica del Governo devono subito tenere conto dell’importanza dei settori produttivi dell’industria italiana che deve tornare a competere sui mercati”.
Lo affermano in una nota congiunta i deputati di Forza Italia Felice Maurizio D’Ettore e Stefano Mugnai.
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