Firenze – “La seconda ondata pandemica, sebbene meno impattante sul ciclo economico rispetto alla prima, mantiene ancora attuale ogni esercizio di quantificazione e identificazione dei costi della crisi. La recrudescenza dell’epidemia ci dimostra che non siamo ancora usciti dalla fase emergenziale, che sta colpendo con forza tutti i settori produttivi, non soltanto quelli di turismo e ristorazione che sono i più penalizzati; anche industria e ambito manifatturiero stanno affrontando una crisi senza precedenti, che necessita di risposte straordinarie e urgenti”. Lo affermano Marco Stella, Presidente del Gruppo Forza Italia al Consiglio Regionale della Toscana, e Giampaolo Giannelli, vice-coordinatore provinciale del partito fiorentino, in merito all’ultimo Barometro sull’andamento economico in Toscana, presentato da Irpet.
“Sono dati a dir poco allarmanti. Nel settore della manifattura, nella nostra Regione – precisano Stella e Giannelli – il congelamento del mercato del lavoro si è tradotto nel fermare l’attività di 60mila lavoratori, in attesa di tempi migliori. Se a questa cifra sommiamo il numero dei lavoratori cessati nel periodo, le unità di lavoro complessivamente osservate il 30 settembre 2020 sono 64mila in meno di quelle che avevamo ancora attive l’ultimo giorno del mese di febbraio; un totale quindi di 64.000 unità lavorative perse. Nello specifico meccanica e comparto Moda sono risultati i settori più penalizzati, mentre Pisa, Livorno, Firenze ed Arezzo sono risultati i territori provinciali con la maggiore riduzione di unità di lavoro”.
“Un dato deve essere chiaro: la manifattura ha maggiori quote di lavoratori a tempo indeterminato e può molto meno del primo giocare sulla flessibilità dei contratti. A livello generale quindi – continuano i due esponenti forzisti – non sono ancora immediatamente visibili sul fronte occupazionale i danni nell’industria, perché attenuati dal ricorso alla CIG, oltre che da uno stop agli ordini le cui conseguenze saranno visibili solo nei prossimi mesi e nel prossimo anno”.
“Il costo di un’ulteriore contrazione nella manifattura – concludono Stella e Giannelli – sarebbe quindi particolarmente elevato, anche perché è qui, e non altrove, relativamente più rappresentata la forza lavoro stabile, a maggiore remunerazione e qualificazione professionale dell’apparato produttivo privato della nostra regione. Occorre quindi che anche la Regione si attivi al più presto per chiedere, al di là dei vari decreti Governativi di ristoro, provvedimenti eccezionali e peculiari per la Toscana: garanzie certe di accesso al credito, defiscalizzazione, contributi a fondo perduto, azzeramento delle contribuzioni, che consentano alle aziende manifatturiere una adeguata programmazione. Se questo non avverrà, se la Regione Toscana non si attiverà al più presto agendo a fianco degli imprenditori, la crisi della manifattura toscana diverrà inarrestabile ed irreversibile”.
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