“Per rispondere alla crisi che continua a colpire il nostro territorio più che altrove la Regione non può fare tutto da sola. Sono due le strade che può percorrere: chiedere da un lato finalmente illuminate politiche industriali nazionali – dopo almeno quindici anni di loro totale assenza – e dall’altro lato pretendere più Europa, ma una Europa capace di darsi una tassazione omogenea su tutto il Continente per evitare la cannibalizzazione di aziende tra Stati membri. Solo allora potremmo veramente essere ancora terra d’avanguardia per la grande manifattura e la Regione avrà tutte le carte in regola per fare la differenza e riportare il Piemonte ad essere locomotiva del Paese. ILVA, TAP, TAV sono emblemi di tematiche sulle quali le speculazioni politiche nazionali stanno da tempo inchiodando la nostra Regione: comparti come il siderurgico, l’approvvigionamento energetico e la logistica, capaci di creare migliaia di posti di lavoro, sono da troppo tempo sotto ricatto e le conseguenze le vivono sulla loro pelle le famiglie dei lavoratori piemontesi. Per questa ragione è indispensabile la ‘dichiarazione di stato di crisi occupazionale e salariale’ per la nostra Regione: perché abbiamo bisogno di rimarcare a livello nazionale la nostra specificità e pretendere che ci venga riconosciuta. Noi come Forza Italia a livello regionale abbiamo già dato il nostro contributo facendo inserire in Legge di Stabilità regionale e quindi nel prossimo bilancio la riduzione dell’IRAP regionale per le nuove aziende che scelgono di insediarsi in Piemonte e l’esenzione dal pagamento del bollo auto per tre anni per chi sostituisce la sua autovettura inquinante. Resta molto da fare ma ci aspettiamo dal Governo nazionale e dall’Europa che anche loro ci vengano incontro”. Ad affermarlo il capogruppo di Forza Italia Paolo Ruzzola in Regione che in apertura del Consiglio ha incontrato con l’assessore Chiorino una delegazione del Comune di Brandizzo per discutere della Martor un altro esempio plastico della crisi che colpisce ogni settore in Piemonte.
Leave a comment