E’ notizia di questi giorni che nel tratto di mare tra Piombino e l’isola d’ Elba sia scoppiata una bomba ecologica causata da ecoballe che giacciono nelle acque di Piombino dal 2015. Le indagini svolte con il supporto dell’Arpat hanno fatto emergere che gli imballaggi stanno progressivamente trasformandosi in “spazzatura marina”, con conseguente alterazione degli equilibri dell’ecosistema mare. Quella bomba ecologica nei fondali, in corrispondenza di Cerboli, a una profondità di circa -50 metri, è stata più volte visitata dai tecnici Arpat. Non è stato rilevato rilascio di sostanze tossiche o concentrazioni oltre i limiti di metalli pesanti. Ma il pericolo è nella natura stessa di quei materiali.
La deputata azzurra toscana Deborah Bergamini, informatasi sulla composizione di questi blocchi di grosse dimensioni, in cui si compattano i rifiuti urbani trattati perché diventino combustibile derivato dai rifiuti, interviene in merito al disastro ecologico venuto alla luce in questi giorni. “ L’incidente ecologico si era verificato nel 2015, pertanto sono già quattro anni che le ecoballe si trovano nel fondale del mare antistante Piombino, creando un enorme danno ambientale dovuto sia al tempo prolungato del materiale plastico abbandonato nel fondale marino, sia alla pressione che l’acqua esercita sulle ecoballe. La capitaneria di porto provvederà entro il mese di ottobre a riportare la situazione nella normalità, ed io, nel ruolo di deputata , mi impegno a verificare che gli enti competenti ripristinino la situazione entro i termini da loro dichiarati, e che trovino i responsabili di questo disastro causato da una quantità superiore alle 60 tonnellate di plastica di vario genere.”
Imbarcate a Piombino e scaricate a mare dopo poche miglia, le 56 ecoballe finite sui fondali in prossimità dell’isolotto di Cerboli dovevano arrivare nel mar Nero. “Così non è stato. – conclude Bergamini – Verranno trovati i responsabili e puniti penalmente.”
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