La pandemia ha aumentato le disparità già esistenti tra donne e uomini in quasi tutti gli ambiti della vita: in Italia, in Europa, nel mondo.
Questo arretramento non è una nostra opinione ma è un fatto e, come tale, riguarda tutti.
Sono meno di un terzo (il 28%) le donne dirigenti in Italia: su questo fronte il nostro Paese si posiziona quintultimo nella classifica degli Stati membri dell’Ue. Eppure le lavoratrici italiane sono le più colpite dai contagi professionali da Covid-19: in prima linea contro la pandemia, ma ancora nelle retrovie in troppe Istituzioni pubbliche e private.
Dobbiamo mettere le donne al centro della ripresa, al centro del Recovery Plan. Questa è l’occasione, giusta e irripetibile, per raggiungere finalmente l’equità e l’uguaglianza, ripartendo da un welfare capace di promuovere e sostenere il lavoro femminile, tutelare le madri lavoratrici, affinché non si trovino più nella condizione di dover scegliere fra carriera e famiglia.
La società è la casa delle donne, non le mura domestiche. E’ il momento di liberare energie, professionalità, competenze troppo a lungo tenute in silenzio e in disparte. Senza il sostegno delle donne l’Italia non si sarebbe liberata dalla dittatura, senza il sostegno delle donne l’Italia non riuscirà a liberarsi dalla crisi sanitaria, economica e sociale che ci imprigiona. L’Italia è donna, così come lo sono la democrazia e la libertà. Buon 8 marzo a tutte”.
Lo afferma la deputata di Forza Italia, Deborah Bergamini, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento.
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