“Di Maio passerà alla storia per essere riuscito a tramutare il Ministero del Lavoro in Ministero della Disoccupazione. In Piemonte quando entrerà in vigore il decreto saranno a rischio 8mila posti di lavoro dando un’occhiata ai numeri totali di contratti flessibili che esprime la nostra regione”. Ad affermarlo in una nota congiunta il Coordinatore regionale di Forza Italia Gilberto Pichetto, il capogruppo del partito in Commissione Lavoro Paolo Zangrillo, gli onorevoli Claudia Porchietto e Roberto Rosso, la senatrice Virginia Tiraboschi. Erano presenti l’eurodeputato Alberto Cirio e Andrea Fluttero e Andrea Tronzano, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo di Forza Italia in Regione Piemonte.
I parlamentari piemontesi di Forza Italia hanno spiegato come in Piemonte nel 2017 risultano essere attivi 602mila486 contratti a tempo determinato. I rapporti di lavoro sui quali potrebbe influire la scure del Decreto Dignità sono oltre 571mila posti di lavoro (composti dai contratti di lavoro a tempo determinato, contratti di somministrazione e intermittenti). Secondo una elaborazione effettuata di questi quasi 30mila sono i contratti iniziati dal 1 gennaio 2016 e il 31 dicembre 2017 ancora in essere ad oggi la cui durata è prevista tra 366 e 730giorni.
“Con questi numeri – hanno spiegato gli esponenti di Forza Italia – non è sicuramente fantascienza pensare che saranno a rischio fino a 1500 posti di lavoro nella nostra regione, pensando anche alla conseguenza della reintroduzione delle causalità nei contratti. E’ evidente quindi che la rappresentanza piemontese di Forza Italia in Parlamento farà tutto il possibile per ostacolare l’approvazione di questo decreto”.
Concludono i parlamentari azzurri: “Per creare lavoro bisogna capire che il mondo del lavoro è cambiato: bisogna sostenere le nostre imprese, accompagnandole nella rivoluzione digitale che il mondo produttivo sta vivendo; così come dobbiamo stare al fianco della scuola, del mondo della formazione e dell’Università affinché costruiscano una forza lavoro in grado di rispondere alle nuove sfide del mercato. Non è possibile che in Piemonte vi siano oltre 60mila vacancy aperte, cioè posti di lavoro che non riescono ad essere assegnati perché mancano i giusti profili professionali tra i nostri disoccupati. Non è certo con il reddito di cittadinanza che si crea più lavoro, così come non lo si incentiva attraverso le minacce alle imprese. E’ necessario stabilizzare gli incentivi alle imprese, dire basta alle norme retroattive che spaventano gli investitori, avviare insomma serie politiche industriali, puntando nella contaminazione tra impresa e scuola. Non siamo gelosi delle nostre idee e le metteremo a disposizione del Governo”.
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