“Con il dl dignità Luigi Di Maio pensa di poter risolvere un problema serio e complesso come quello del lavoro con interventi spot e azioni profondamente ideologiche. Ma il lavoro non si crea per legge o per burocrazia.Il Ministro del Lavoro ha ritenuto di introdurre nuovi vincoli e oneri alle imprese, aumentando il costo dei contratti a tempo determinato senza però diminuire quello degli indeterminati. Ma prima di intervenire sulla materia contrattualistica si sarebbe auspicato un piano di investimento radicale su strade, ferrovie e ambiente, con un piano di rigenerazione urbano preciso e definito. Questo, però, il Dl non lo prevede e al contrario, con le misure proposte, danneggerà gravemente il mercato del lavoro andando a generare nuova precarietà. Lo dichiara Maria Spena, deputato di Forza Italia e membro Commissione agricoltura.Analizzando il decreto, balzano subito alla vista diverse criticità: le causali specifiche introdotte nei contratti, la messa in sofferenza delle agenzie di somministrazione, alle quali verranno applicati i vincoli dei contratti a termine, l’innalzamento delle soglie di risarcimento in caso di licenziamento illegittimo.Preoccupa, poi, che Di Maio abbia dimenticato di introdurre soluzioni concrete per il settore agricolo. Il Ministro Gianmarco Centinaio aveva avanzato la proposta di reintrodurre i voucher in agricoltura, sulla quale anche Coldiretti si era espressa favorevolmente .Tramite questi si sarebbe potuto usufruire di prestazioni lavorative in piena legalità e coperte da assicurazione in caso di incidente. Il lavoratore avrebbe ricevuto un compenso esente da tassazione ma con la garanzia di poter cumulare i contributi pensionistici. Questi strumenti andrebbero a tutelare il settore in nome della trasparenza e della lotta allo sfruttamento della manodopera, che potrebbe nascere dalla totale assenza di regole”.
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