“Se é ancora presto per stimare un bilancio dei danni economici che l’epidemia causata dal coronavirus provocherà, siamo già in ritardo sulla messa in campo di misure per arginare l’emergenza e stimolare la ripartenza, anche alla luce dei dati ISTAT pubblicati ieri sul rallentamento del ritmo della produzione industriale nell’ultimo trimestre. Calato il sipario sulla Fiera di Milano Unica, gli annunci di alcune aziende del settore moda e lusso che vedranno congelati progetti e investimenti a data da destinarsi non fanno sperare in tempi migliori. E accanto all’export, il turismo e altri settori fondamentali della nostra economia potranno subire contraccolpi ugualmente gravi. La salute pubblica é priorità assoluta; al contempo, vanno varate il prima possibile misure di contrasto all’ipotesi di una nuova recessione. Il tessuto produttivo, indebolito dall’incertezza politica di una maggioranza dalle mille anime che si avvita ogni giorno di più su sé stessa, va sostenuto con interventi diretti e massicci nei settori più esposti attraverso sgravi, stanziamenti ad hoc, dilazioni nei pagamenti, accelerazioni a livello europeo sull’utilizzo dei fondi del nuovo budget. C’è da sperare che l’accordo lo si trovi almeno in questo”.
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