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Editoria, On. Mulè: con Crimi si passa da bavaglio a ghigliottina

“Un tempo i giornalisti mettevano in guardia i cittadini dal ‘pericolo bavaglio’ o dalla ‘censura’ a opera della politica. Con l’arrivo di Vito Crimi a sottosegretario di Stato con delega all’Editoria bisogna prendere atto che dal bavaglio siamo passati direttamente alla ghigliottina”. Lo dichiara, in una nota, Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce unico dei gruppi azzurri di Camera e Senato. “Crimi, che sta all’editoria come un quarto di bue a un vegano – aggiunge il parlamentare e giornalista -, è quotidianamente impegnato a umiliare giornalisti ed editori spargendo disinformazione senza ritegno: sulla vicenda del copyright, sull’informazione in rete, sui finanziamenti ai giornali, sul mito di Netflix e sulla rivoluzione digitale. Ai miei colleghi impegnati a raccontare i fatti su quotidiani, periodici, internet e televisione chiedo: ma che cosa aspettate ad avviare un’operazione verità per sbugiardare Crimi? Che cosa vi trattiene?”. “L’intento del sottosegretario all’Editoria è chiaro: non vuole mettere il bavaglio alla stampa – prosegue -, semplicemente vuole metterla da parte e addomesticarla quando non viene vilipesa o intimidita come insegna la storia anche recentissima dei pentastellati. Lo ‘stile’ dei 5Stelle è quello che pretende e purtroppo detta le regole specialmente in tv. Un esempio? Pensate alla codardia politica che riesce a imporre (e su questo i giornalisti dovrebbero seriamente fare un esame di coscienza) la presenza di esponenti di governo dei 5Stelle nei talk o nelle trasmissioni tv a condizione di non avere alcun contradditorio con avversari politici: rifiutano il confronto e così facendo hanno introdotto l’uso del preservativo mediatico che li mette al riparo da confronti non protetti. Lo fanno – aggiunge Mulè – perché hanno paura e quindi fuggono dal confronto. Non contenti mentono spudoratamente e ingannano i cittadini quando parlano di limitazioni alla libertà di espressione mentre sono essi stessi a pretendere (e purtroppo ottenere) di fare i soliloqui in tv”. “I giornalisti italiani dovrebbero finalmente alzare la voce e ribellarsi a questa gigantesca e costante opera di disinformazione in modo semplice: raccontino la verità. Ne va del loro futuro ma soprattutto ne va della qualità della nostra democrazia”, conclude l’esponente di Forza Italia.

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