Finita la giornata contro la violenza sulle donne, si leggono sempre meno post sull’argomento. Ma il dramma è infinito.
Bisognerebbe, per esempio, parlare di quella marea di persone che vengono definite «vittime collaterali». Persone che hanno perduto tanto o tutto e che però sono ancora qui, con tutto il dolore e le difficoltà del dopo. Come quei figli che sono orfani. Perché la madre è stata uccisà dal padre, che è in carcere. O come i nonni, gli zii o altri parenti che si ritrovano improvvisamente genitori. E’ proprio su questo che vorrei soffermarmi. Sulle difficoltà del dopo. Vorrei che per qualche minuto chi legge provasse a immaginarsi nei loro panni, a seguire la loro sofferenza e a capire la loro solitudine immensa. Sono soli ogni santo giorno, vessati da una burocrazia a dir poco molesta, da regole a volte incomprensibili e pagamenti che per decenza nessuno dovrebbe chiedere loro. Persone le cui energie non sono infinite e molte ne vengono sprecate per seguire i tre gradi di giudizio per l’omicidio. Altre se ne vanno per tormenti giudiziari diversi: le cause civili per l’affido dei piccoli, quella per gli alimenti, quella per la casa. Non è possibile, perché non è umano, descrivere il grado di complicazioni e burocrazia che c’è dietro tutto questo. Giorni interi passati fra rendiconti ai servizi sociali, giudice tutelare, fila davanti a qualche sportello, tribunale dei minori… Uno sfinimento a cui nessuno dovrebbe essere costretto. Poi le spese per gli psicologi, quelle per il mutuo sulla casa da finire di pagare, altrimenti la banca la pignora. E occhiali, apparecchi per i denti e medicine. Soprattutto quelle per poter dormire, per poter interrompere quei tormenti che finiscono sempre con la stessa domanda: perché???
E chi sta accanto a quei poveri orfani deve sempre avere la prontezza per rispondere bene, per sorridere, anche se delle volte verrebbe loro da piangere. Perché anche loro hanno subito la perdita. Anche loro sono «vittime collaterali» ed hanno l’obbligo di essere forti, è una questione di sopravvivenza. Meriterebbero almeno che le istituzioni fossero loro più vicine invece che, troppo spesso, essere quasi nemiche. Bisognerebbe che, invece di complicarla, semplificassero un po’ la vita.
Dopo i titoli sui giornali, lo sdegno e la riprovazione, le promesse di vicinanza, di aiuto, di solidarietà dovrebbero essere mantenute.
Più con i fatti che con le parole.
Avv. Eros Baldini – Responsabile Dipartimento Giustizia di Forza Italia in Toscana
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