«In Toscana il 63% dei progetti di giovani aspiranti agricoltori viene respinto, contro una media nazionale del 55% e dunque già non brillante. Per di più, paga solo il 23% degli interventi ammessi a finanziamento, con grave danno per i ragazzi che avviano un’impresa agricola. Lo afferma un’indagine Coldiretti, e il dato regionale così poco performante è frutto delle burocrazie che strangolano i sogni di ruralità dei nostri ragazzi. Un peccato, in una terra come la Toscana i cui orizzonti più celebri sono stati modellati nei secoli proprio dall’attività dei nostri contadini, pastori, boscaioli…»: le parole di sconforto arrivano dal Capogruppo di Forza Italia nel Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti che ha scorso l’analisi Coldiretti formulata in occasione della consegna degli Oscar Green elaborando dati Infocamere al terzo trimestre 2019.
«Tra i nostri ragazzi – afferma Marchetti – c’è voglia di terra. I percorsi di formazione universitaria oggi assecondano questa attitudine e i nostri atenei, anche in Toscana, preparano i giovani ad affrontare le nuove sfide dell’agricoltura, della zootecnia, della selvicoltura e così via ma poi a livello istituzionale non si è in grado di fornire uno sbocco a questi saperi. A livello nazionale Coldiretti quantifica la perdita di mezzo miliardo annuo di valore aggiunto potenziale, e i dati sui progetti presentati per i bandi di accesso alle risorse europee per i Piani di sviluppo rurale – prosegue Marchetti – sono un dispiacere. Mentre in Lombardia sono state bocciate appena il 13% delle domande, in Toscana i progetti respinti sono stati il 63%. Tantissimo. E la responsabilità individuata non da noi ma da Coldiretti risiede in difetti nelle procedure delle amministrazioni regionali».
«Come se non bastasse – rincara – tra coloro che sono ammessi a finanziamento, poi i neoimprenditori che si vedono effettivamente liquidare la cifra pattuita risultano appena il 23%. E’ uno standard inaccettabile. Già, in Toscana, il settore manca di sostegni rispetto ai mutamenti climatici, alle predazioni, alle razzie degli ungulati e ai problemi di filiera. Pd e sinistre ascoltano, fanno passerelle, e poi non producono risultati. Così chi già opera nel settore rischia di veder morire la propria azienda, mentre ai giovani non si apre l’accesso al settore intrappolato in una ragnatela di burocrazie che, sempre secondo i dati di Coldiretti, oltre a frenare l’avvio di impresa sottrae al lavoro 100 giorni l’anno. Un delitto. A Pd e sinistra che hanno generato questo monstre burocratico un tempo si sarebbe detto ‘andate a zappare la terra’. Oggi diventa difficoltoso anche quello…»
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