«E’ con la logica del “ci sta che” imbandierata dall’assessore regionale alla sanità rispetto alle foto delle prove di concorso infermieri che il Pd e le sinistre hanno nei decenni reso la Toscana la terra del chi è più furbo. Ma quella dei bulli e dell’approssimazione, quella del ‘meno peggio’ è proprio la Toscana che noi non vogliamo»: così il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti ribatte alle dichiarazioni dell’assessore regionale alla sanità Stefania Saccardi riportate dalle agenzie di stampa in merito al concorso infermieri svoltosi ad Arezzo il 7 e 8 novembre scorso. Le prove pratiche e scritte delle quattro sessioni d’esame risultano essere state fotografate con i telefoni cellulari il cui utilizzo, da convocazione in Gazzetta ufficiale, era espressamente vietato.
«Sono dispiaciuto che fare il proprio dovere, non girarsi di là, puntare alla correttezza e alla trasparenza complessive laddove sono state violate le regole del gioco concorsuale, oltretutto chiedendo alla Regione e ad Estar di tutelare se stessi, attenzione, nell’autorevolezza e credibilità delle proprie procedure di reclutamento – prosegue Marchetti – venga derubricato dall’assessore con un “ci sta che qualcosa non funzioni”. Perché così allora chi è più bullo la vince. Spiace che chi governa in una Regione importante come la Toscana il settore principale e più sensibile ragioni in questo modo. Comprendo il bisogno di minimizzare, ma quando non ci sta non ci sta via, c’è poco da fare. “Estar dice che”? E su che base – domanda Marchetti – se nelle foto io vedo banchi e buste e nelle sedi concorsuali i telefoni non dovevano essere usati? Quanto alla campagna elettorale, io non ho tutta questa fregola: non mi sto riposizionando, non ho cambiato partito né penso di farlo, non devo andare a fare l’infermiere e nessuno dei 7800 candidati al concorso è né mio ascendente né discendente. Sono proprio tranquillo».
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