«Sì all’impiego pieno e celere dei fondi europei di sviluppo rurale, senza ritardi né imbuti burocratici che per anni hanno visto vanificare gli sforzi di attingimento alle risorse Ue da parte di tanti imprenditori agricoli. Oggi l’agroalimentare si dimostra più che mai settore strategico e primario. Dopo la sanità che ci cura, le filiere rurali che ci nutrono vanno salvaguardate e anzi incentivate senza se e senza ma, tornando su passi regionali di lungaggini che ne hanno sin qui frenato lo sviluppo e la modernizzazione»: l’appello arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti, storicamente impegnato sul fronte della tutela e valorizzazione di agricoltura e zootecnia toscane.
«La tenuta delle nostre filiere agroalimentari – ricorda Marchetti – è stata portata sull’orlo del tracollo in più occasioni nelle quali la Regione Toscana si è dimostrata non all’altezza per capacità di strategizzazione, di sostegno, di prevenzione rispetto a fenomeni quali le predazioni e i danni da fauna selvatica. Si è lasciato andare, e oggi questo atteggiamento di sottovalutazione e sottostima del settore presenta il conto a tutti: agli imprenditori agricoli, e a tutti noi che viviamo e ci sostentiamo grazie ai loro prodotti e al loro lavoro».
Secondo Marchetti è il momento di cambiare approccio: «Per la Regione è giunto il momento del mea culpa – incalza Marchetti – quello in cui procedere a uno sfoltimento lineare delle burocrazie per garantire a tutti pieno e rapido accesso ai fondi europei di sviluppo rurale. Secondo Coldiretti, parte di quelle risorse rischiano addirittura il disimpegno a causa delle lungaggini burocratiche e dei lacci e lacciuoli che imbrigliano ogni pratica. Sarebbe inaudito. Soprattutto in questa fase, certo, ma era inaccettabile anche prima dell’emergenza pandemica come più volte abbiamo evidenziato».
«Il comparto, tanto importante in Toscana per qualità e quantità dei prodotti e delle filiere – sottolinea Marchetti – si è presentato all’appuntamento con l’emergenza coronavirus già piegato dalla crisi. Ovi-caprino, latte, colture devastate dagli ungulati, greggi predate, cerealicoltura da riconfigurare… tanti, troppi i fronti di criticità mai affrontati dalla Regione con la necessaria determinazione. Oggi quei nodi sono al pettine del covid-19, ma questo è il settore che ci nutre giorno dopo giorno. C’è bisogno di liquidità. La liquidità possibile esiste. Beh la Regione ha il dovere morale e materiale di renderla immediatamente accessibile. Non si scappa».
Leave a comment