«Con la comunicazione sulla gestione dei rifiuti nell’ottica dell’economia circolare la giunta toscana una cosa la dimostra: di aver vissuto finora in una Toscana di frutta candita e con le casine di pan di zenzero, con Rossi grande illusionista dei rifiuti da fare invidia a David Copperfield. La verità è che sulla materia la Toscana è poco oltre l’anno zero»: il paragone arriva dal Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale Maurizio Marchetti che così valuta i contenuti della comunicazione della giunta toscana presentata in aula Nuova politica sui rifiuti e sull’economia circolare in Toscana.
«Io trasecolo», sgrana gli occhi un Marchetti usualmente compassato. «Dopo anni in cui il settore è in attesa di risposte, gli industriali piangono lacrime amare e le città hanno subito periodi di congestione addirittura nel ritiro di ingombranti eccolo. E’ lui. Il piano delle soluzioni. Si sfoglia e che ci dice? Che il rifiuto è una risorsa? Ma su questo ci sono nazioni che hanno costruito ormai da qualche decennio interi segmenti di economie anche consistenti. Oggi lo vogliamo chiamare ‘giacimento’ in ottica del riuso? Va bene, ma noi siamo un bel pezzo indietro. Non abbiamo impianti. Non abbiamo nulla da cui partire. Voglio dire: per introdurre una nuova politica sui rifiuti bisognerebbe averne avuta una vecchia. Invece finora il Pd e la Regione hanno considerato il rifiuto solo come immondizia nel senso più gergale e deteriore del termine, con flagrante ottusità. E oggi siamo alle novelle pirotecniche».
Marchetti assume a esempio quello della raccolta differenziata: «Il Piano rifiuti e bonifiche del 2014 ha posto l’asticella della differenziata dei rifiuti solidi urbani al 70% nel 2020? E la Toscana è riuscita ad arrampicarsi appena al 53,88%, con aree come l’Ato Sud che non arrivano al 40%. Malgrado ciò, ora la giunta rilancia e prova a gettare il sacchetto della nettezza oltre l’ostacolo rialzando l’obiettivo al 75% nel 2025 e addirittura all’80% nel 2030. Ora – osserva Marchetti – io sono favorevole alla differenziata spinta, ma questo è un salto irragionevole perfino da immaginare perché implica un cambiamento nei comportamenti quotidiani esagerato rispetto al livello di partenza odierno. Sarà un altro piano da disattendere con cui Rossi tenta rendere i rifiuti un’illusione ottica».
Invece la situazione è a un passo dall’emergenza: «Qui non si dice nulla, si raccontano novelle, si rischia di passare i prossimi 10 anni ancora infrenati sulle burocrazie autorizzative e le progettazioni perché gli impianti non ci sono o non sono adeguati… E mentre la comunicazione recita a pagina 4 che l’economia circolare “contribuisce a rendere la Toscana maggiormente attrattiva di nuovi investimenti” gli imprenditori spostano all’estero i loro investimenti per mancanza di risposte sul fine ciclo. Ah no ma sbagliano: la Regione la risposta ce l’ha, ed è stringente. Gli propone un tavolo di filiera! Acciderbolina le imprese non aspettavano altro!»
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