«In piena emergenza coronavirus comprano e pagano per 7 milioni di euro 200 ventilatori polmonari: non arriva niente. Nel 2013 fanno i primi della classe con una gara europea per la gestione del trasporto su gomma toscano: dopo anni di contenziosi, la Finanza acquisisce gli atti. A metà aprile mentre i toscani, come tutti, cercano di salvarsi la pelle dal covid-19 e dai suoi effetti il Pd, Eugenio Giani in testa, individua come priorità la nomina del Garante toscano per i detenuti e sostanzialmente impone il nome di Giuseppe Fanfani: ed eccolo nelle chat legate al caso Palamara e alla bufera che sta travolgendo il Consiglio superiore della magistratura. E’ la Toscana Pd e da un po’ anche Iv, col cerchio magico di Enrico Rossi che si rivela a tutti per quel che è: buono forse per l’hula hoop»: lo affermano i vertici regionali di Forza Italia, con il Coordinatore regionale onorevole Stefano Mugnai e il Capogruppo nel Consiglio regionale della Toscana Maurizio Marchetti.
«Tutta l’opacità, la faciloneria, la spregiudicatezza. Tutta l’arroganza del potere con cui il governo regionale è stato gestito storicamente dalle sinistre e nell’ultimo decennio da Enrico Rossi in persona ora arriva come gigantesco nodo al pettine della realtà dei fatti. Annunci, soldi, nomine agli amici degli amici… il tutto a creare un cordone sanitario di protezione attorno non al bene collettivo come ci si aspetterebbe da chi amministra e governa, ma al bene dei pochi potenti di turno e del loro consenso personale. Con in più Enrico Rossi che, nel frattempo, dal Pd ha azzardato un bungee jumping politico verso una sinistra veterocomunista da cui è rinculato con le pive nel sacco vedendo frustrate le proprie ambizioni di leadership», analizzano Mugnai e Marchetti.
«Sì perché questa che ha tenuto in ostaggio la Toscana e il suo bene – sottolineano i vertici regionali di Forza Italia – è una storia di ambizioni personali che vede Enrico Rossi e ora anche Eugenio Giani in prima linea. E’ una storia che parte da lontano, fin dal 2004 con la fantasiosa creazione delle Società della Salute con cui Rossi, allora assessore alla sanità, intendeva essere modello per l’Italia; invece sono state stroncate dalla Corte costituzionale per impianto consortile e per inefficacia. E’ una storia che prosegue con l’andazzo che ha portato al crac la allora Asl 1 di Massa Carrara, con un buco milionario che Rossi ha tentato di derubricare a ruberie personali ma così non è andata affatto. E, ancora, è andata avanti attraverso il sodalizio ideologico col Forteto, reciso solo dopo le evidenze giudiziarie e con estrema riluttanza».
«In tutto questo ai toscani la sinistra ha lasciato le briciole di una sanità ridotta a brandelli, e l’arretramento tra le Regioni benchmark e nelle griglie Lea lo dimostra, di un servizio di trasporto pubblico vecchio, mal tenuto e male organizzato, di annunci per acquisti faraonici come è accaduto per i ventilatori mai arrivati o per le mascherine poco distribuite rispetto ai quantitativi proclamati. L’attività inquirente farà il suo percorso. Pd e sinistra invece è il caso che il loro percorso lo fermino qui. Come Re Mida al contrario, hanno trasformato una Toscana d’oro in una valanga di fango», concludono Mugnai e Marchetti.
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